Bollate in zona rossa. "Non è una punizione"

Il sindaco Vassallo prova a tranquillizzare le famiglie. Commercianti infuriati

Il sindaco Francesco Vassallo

Il sindaco Francesco Vassallo

 

16 febbraio 2021 - Torna in zona rossa Bollate (Milano) insieme a Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese), da mercoledì 17 febbraio a partire dalle 18 chiudono scuole, negozi e gli abitanti (36.490) potranno uscire di casa solo con una motivazione valida e certificata. "Troppo vicina a Milano, il rischio della diffusione del virus non può essere corso", le parole del governatore Fontana al sindaco di Bollate, Francesco Vassallo poco prima di firmare il provvedimento regionale.  L'allarme a Bollate era scattato giovedì scorso. Il focolaio di Covid alla scuola materna che aveva rapidamente infettato 45 alunni e 14 docenti aveva fatto partire i controlli a campione di Ats. In tre campioni su tre era stata individuata la variante inglese del Covid e partiva poche ore dopo lo screening di massa per 740 studenti. I risultati per verificare la presenza della variante sono attesi per i prossimi giorni. "Un fatto è certo: la zona rossa non è una punizione, ma è una misura che va a tutela della salute di tutti quanti, sicuramente comporta dei sacrifici ma d'altra parte non si può fare diversamente il rischio è di perdere il controllo della diffusione del virus oltre i confini comunali. La preoccupazione degli esperti in questo periodo è tutta concentrata sulla variante inglese che aggredisce più rapidamente, ma non ho conferme in questo momento per poter dire che il provvedimento regionale sia stato predisposto a causa di un focolaio da variante. Domani sarà una giornata infernale per Bollate" commenta il sindaco di Bollate, Francesco Vassallo.

"Siamo veramente messi male. Pur cercando di essere ottimisti, mi trovo in difficoltà ad accettare questa decisione repentina. Capisco che la salute sia la prima cosa da privilegiare ma sembra strano che in una situazione grave come questa ci sia un preavviso di meno di diciotto ore prima del blocco di scuole e commercio", dice il Federico Curti, presidente di Confcommercio Bollate.

Desolazione anche nei genitori delle tre scuole chiuse per Covid (la materna Munari, le primarie Marco Polo e Rosmini) che aspettavano di poter riprendere la didattica in presenza dal 22 febbraio. "Siamo esterrefatti dalla confusione generata intorno a questa vicenda" racconta Laura P. la mamma di due bambini che frequentano la materna e le elementari dove si sono registrati i contagi. “Il focolaio c’è stato, ma alla materna Munari e ormai risale a tre settimane fa. I risultati dei tamponi fatti agli alunni delle elementari hanno rilevato pochissimi positivi. Che senso ha chiudere ora tutto il Comune? Qualcosa ci sfugge”. L'ultimo aggiornamento fra i genitori e la scuola circolato lunedì sera era confortante: su più di 500 tamponi antigenici effettuati agli studenti nel drive trhough di via Novara a Milano erano stati rilevati 53 positivi al test rapido e solo 8 positivi confermati con il tampone molecolare. A tutti era parsa una buona notizia. Il prefetto di Milano metterà a disposizione del Comune più forze dell'ordine per assicurare il controllo del territorio.

 

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