
L'acquario di legno
Milano, 7 giugno 2016 - C'è il prof Gianluca Lombardi Stocchetti, dipartimento di Accounting, che su uno scaffale tiene un modellino del mitico furgone Westfalia Volkswagen, icona del ’68. Perché fuori dall’ufficio ne possiede tre in motore e telaio, uno per ogni versione prodotta dal casa automobilistica tedesca. "In famiglia siamo grandi appassionati di campeggio", dice. C’è l’ex rettore Guido Tabellini, ordinario del dipartimento di Economia. Sulla scrivania un calendario di vela. "Sono velista da sempre – confessa – con mia moglie, di recente, abbiamo vinto all’Argentario, in Toscana, la Coppa Regina dei Paesi Bassi". Fra penne e libri fa la sua bella mostra la 33 centilitri di "Lion Heart", la birra di grano del marchio Marco Brewing, dal nome del produttore, Marco Ventoruzzo, docente del dipartimento di Studi giuridici. "Ne produco diverse – afferma – sia qui in Italia che negli Stati Uniti, dove insegno alla Pennsylvania State University". Cosa hanno in comune i tre? Insegnano e lavorano all’università Bocconi e sono stati immortalati dal fotografo Paolo Tonato per una fotogallery uscita, in prima puntata, sul numero di giugno della rivista universitaria, «Via Sarfatti 25». Le altre puntate, sul gruppo Facebook d’ateneo. "Che cosa raccontano di chi li abita gli uffici di via Roentgen 1 a Milano?", si chiede il giornale bocconiano. E per mostrare a matricole e laureandi hobby e passioni dei docenti, li ritrae all’interno del loro spazio lavorativo soffermandosi su un dettaglio significativo, su "ricordi e aneddoti legati agli oggetti con cui ciascuno ha personalizzato il proprio" ufficio.
E così nell'acquario di legno regalato da una studentessa scopriamo Carlo Altomonte, dipartimento di Analisi delle politiche e management pubblico, patito di subacquea. "Scendo anche a 25 metri di profondità", racconta. Nel disegno di un pianoforte, la formazione in Conservatorio, parallela a quella in Bocconi, di Damiano Canale, direttore del dipartimento di Studi giuridici. Premio originalità a Vincenzo Perrone, che del comportamento organizzativo considera anche gli aspetti inconsci e irrazionali e sul tavolo fa sfoggio di un libro di Jung e di modellini di gnomi, civette e Totò, e a Markus Venzin, che insegna agli studenti la semplicità alla base del management e sulla lunga scrivania ha solo un computer. Ma l’Oscar della contraddizione va al medaglione commemorativo di Lenin e Stalin che spunta – alla Bocconi! – dalla libreria di Stefano Liebman, direttore della scuola di Giurisprudenza. Acquistato in Armenia per una scommessa con l’amico e collega Piergaetano Marchetti. "Eravamo in un mercatino delle pulci – spiega – e mi diceva che non avrei avuto il coraggio di portarlo in Italia e farlo vedere a Mario Monti". Detto, fatto.