
Un giocatore alla Bocciofila Forlanini
Milano – Risate e voci che si accavallano. Ogni tanto il frastuono del tonfo di una sfera metallica per terra, seguito da un’esultanza o da un gesto di disappunto, interrompe il brusio, che ricomincia subito dopo a intermittenza. Passando a fianco dell’oratorio San Nicolao della Flue di via Dalmazia 11 il silenzio di un pomeriggio di metà agosto nel quartiere Forlanini, tra via Mecenante e la tangenziale est, è spezzato dal viavai di vivaci over 50 e pensionati, che si recano al bocciodromo per due lanci in compagnia, una partita a burraco e scopone, due chiacchiere davanti a un caffè o a un’acqua tonica.
Valter Moro, uno dei più anziani, tra i soci che gestiscono il circolo ricreativo del quartiere Forlanini, ha aperto le porte del locale ogni pomeriggio di agosto a chi per un motivo o per l’altro è rimasto a Milano: "Lo faccio solo per dare una mano, un po’ per passione e un po’ perché il circolo è uno dei miei posti del cuore".
A un tavolo Valter e l’amico Paolo Polato, ex giocatore professionistico di bocce - "Ho gareggiato per 22 anni vincendo più di 50 medaglie" - sfidano altri due colleghi a rebelot. Mettono in scena trucchi e magie del mestiere, frutto di anni di esperienza, che fornirebbero materiale di studio a giovani alle prime armi. E se possono ancora scherzarci sopra è anche per merito loro.
Il polo sportivo, fondato nel 1965, è una delle poche bocciofile che è riuscita a sopravvivere durante il Covid ai diversi lockdown. "Nel 2019 abbiamo ereditato una gestione pessima della struttura. Era da un passo dal chiudere, ma grazie al parroco che ci ha concesso fiducia e ai 120 soci che si sono tesserati, in circa due anni siamo riusciti a ripianare un debito di 60mila euro – racconta Marino Silva, il vicepresidente – Purtroppo negli ultimi tempi non riusciamo più ad accogliere gare provinciali e regionali per colpa della mancanza di sponsor, ma a settembre dovremmo avere un nuovo sostenitore".
Dal 2004, infatti, il polo è diventato un’associazione dilettantistica e a differenza di altri centri è stato interessato da un aumento degli iscritti. "Sembra incredibile ma negli ultimi tre anni c’è stata un’inversione di tendenza. La nostra squadra è passata da 5 membri a 12 e rispetto alla media abbiamo giocatori di 20 e 30 anni", ricorda Paolo Lavagni, direttore sportivo del circolo Forlanini.
Le bocce non sono uno sport destinato a morire, le bocciofile non sono luoghi sbiaditi di un tempo passato e i suoi fedeli sono mossi da un sentimento sincero. Come spiega Cristian, studente di 20 anni, che ogni tanto si allena proprio al civico 11 di via Dalmazia, tra una lezione all’università e una sessione di studio. Una tradizione trasmessa di padre in figlio che riempie di orgoglio Domenico Valentini, che dall’alto delle sue 91 primavere ha visto crescere la bocciofila sotto le sue protettive ali e come un padre l’ha sempre difesa a spada tratta.