NICOLA PALMA
Cronaca

Biglietti finale Champions League, scatta la protesta degli ultras sotto la sede dell’Inter: striscioni contro la dirigenza

Quattrocento frequentatori della curva nord senza tagliando per la partita di sabato contro il Psg a Monaco di Baviera chiedono al club un “tavolo” per poterli acquistare. Gli ultrà saranno comunque presenti in Germania

Biglietti finale Champions League, scatta la protesta degli ultras sotto la sede dell’Inter: striscioni contro la dirigenza

Scocca l’ora della protesta degli ultras dell’Inter. Esclusi dalla distribuzione dei codici per l’acquisto del biglietto per la finale di Champions League e, in buona sostanza, senza tagliando in mano per la partita più attesa dell’anno, in programma sabato 31 maggio alle 21 all’Allianz Arena di Monaco di Baviera tra Inter e Psg, i frequentatori della curva nord nerazzurra si sono dati appuntamento sotto la sede del club in viale della Liberazione a Milano.

I tifosi interisti in protesta sotto la sede del club in viale Liberazione
I tifosi interisti in protesta sotto la sede del club in viale Liberazione

Stendardi, fumogeni, bandiere, cori e un grande striscione srotolatalo davanti a circa 400 ragazzi scesi in piazza. Recita così: "La cosa che fa schifo è che hai abbandonato chi non ti ha mai tradito". Poco dopo ne appare un altro: “6.5.25: ‘Il vostro sostegno è fondamentale’. Poi ci lasciate a casa in finale, questa ce la devi spiegare”, con riferimento alle dichiarazioni post Inter-Barcellona da parte di Marotta. Tanti volti di giovani ultrà presenti al sit-in, ma anche quelli di due leader storici come Nino Ciccarelli e Franco Caravita, oltre al nuovo direttivo della curva nord insediatosi dopo gli arresti, tra gli altri, di Andrea Beretta e Marco Ferdico. Come allo stadio, il megafono è in mano a Christian Lembo, il nuovo “lanciacori” del secondo anello verde. 

Biglietti finale Champions League, scatta la protesta degli ultras sotto la sede dell’Inter: striscioni contro la dirigenza

La rabbia

La tifoseria organizzata chiede dunque alla dirigenza un confronto per fare in modo che anche gli ultras siano presenti allo stadio. Un’istanza avanzata anche in modo formale non solo all’Inter, ma anche alla questura, alla procura e al tribunale, dall’avvocato Mirko Perlino, “storico” difensore di molti ultrà interisti alle prese con problemi giudiziari. Perlino, parlando di una caduta di stile della società, ha chiarito che la protesta pacifica andrà avanti fino a quando gli ultrà non verranno ascoltati dalla dirigenza.   

La curva nord contesta i criteri di distribuzione dei codici di accesso per l’agognato biglietto che hanno privilegiato gli abbonati decennali e gli aderenti degli Inter Club, lasciando fuori chi segue sempre in casa e trasferta Lautaro e compagni ma è tesserato da meno anni o ha interrotto l’abbonamento per una o due stagione.  A differenza di quanto avvenuto in passato, il club finora non si è dimostrato disponibile ad alcun contatto informale con gli ultras che, doveroso precisarlo, chiedono di acquistare i biglietti al prezzo fissato, senza nessun trattamento di favore. "Avete le mani legate? Però a sponsor, parenti e agenzie i ticket li riservate", altro striscione contro le scelte della dirigenza srotolato dagli ultrà. “Ci sone agenzie che vendono i biglietti a 3mila euro e poi parlano di lotta al bagarinaggio”, ha ricordato Perlino.

Linea dura

Sulla decisione della società pesa inevitabilmente l’inchiesta “doppia curva” che ha smascherato i business illeciti dei capi ultrà di Inter e Milan, finiti dietro le sbarre. Occasione di enorme profitto fu proprio la finale di Champions League del 2023 tra Inter e Manchester City a Istanbul che fruttò ai leader della curva nord, stando agli atti, circa 800mila grazie alla rivendita dei biglietti.