ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Milano, bagni nei parchi: troppi fra incuria e degrado

Dal Vittorio Formentano alla parte lussuosa di San Siro i servizi igienici diventano un problema

Sembrano funzionare ma poi si scopre che i servizi sono chiusi da anni (NewPress)

Milano, 1 giugno 2019 - La maggior parte funziona bene. Ma ci sono bagni pubblici a Milano che sono chiusi da troppo tempo. O versano in condizioni indecenti. In totale sono disponibili 56 servizi igienici automatizzati, spesso a pagamento, in «casette» verdi diffuse tra i parchi e i giardini pubblici. Ma Amsa, che ha in carico il servizio, deve presidiare altri 73 Sim o servizi igienici mobili, i bagni chimici per intenderci, che da marzo ad ottobre salgono a 150. La frequenza di pulizia dei Sim è quotidiana ma nelle aree più frequentate, nei weekend da maggio ad agosto, avviene due volte al giorno.

Una delle situazioni più preoccupanti è al parco Vittorio Formentano dove c’è un solo servizio igienico automatizzato. È gratuito: basta schiacciare un pulsante. Sul display appare la scritta «toilette autopulente». Ma quando si apre la porta e si vede una poltiglia maleodorante sul pavimento suona come un’ingiuria. Un’eccezione dovuta all’incursione di un incivile? Scuotono la testa i frequentatori dell’area, tra cui runner e padroni dei cani: «La situazione si trascina così da almeno un paio di anni». Il dito è puntato contro i senzatetto che di notte dormono nell’adiacente bocciofila: il parco di largo Marinai d’Italia, senza recinzione, è sempre accessibile. «Il problema non rimane chiuso in quel gabinetto», puntualizza Maria Concetta Calabria. «I clochard non molestano i residenti ma hanno la cattiva abitudine di fare i loro bisogni un po’ ovunque, tra l’erba, i cespugli, nell’area cani». «Con conseguenze igieniche facilmente immaginabili. Il prato è diventato una specie di terreno «minato» in cui è rischioso avventurarsi con il proprio cane, figuriamoci con i bambini» chiarisce l’amica Monica Beretta.

Nei giardinetti  di piazza Tirana il bagno pubblico non è funzionante «da anni. Le persone utilizzano quello del mio bar quando hanno bisogno», dice Amedeo Rossi, titolare del bar Gonin. C’è forse un gabinetto nella stazione ferroviaria di San Cristoforo che si affaccia sulla piazza? No. «C’erano i bagni, peraltro ammodernati anche a mie spese, ma da circa un anno sono inaccessibili al pubblico per il cantiere della M4. I clienti e i pendolari se la prendono con me, tutti i giorni è una lotta», si sfoga Cecilia Giuliano del bar tabacchi dentro la stazione. L’esercente ha cercato di venirne a capo negli scorsi mesi ma, a suo dire, c’è un rimpallo di responsabilità tra Rfi, gestore dell’area, e i tecnici di Mm (Amsa non c’entra in questo caso). Per tamponare l’emergenza sono apparsi tre bagni chimici: «Ma in condizioni così pietose che sfido chiunque a utilizzarli. Sono frequentati di notte dai rom accampati lungo la massicciata. Avrebbero dovuto fornirmeli dotati di chiave: così è inutile», aggiunge. Anche le zone di lusso non sono esenti da disservizi. Perché in piazza Esquilino, di fronte al prestigioso complesso di case del San Siro Club, c’è un solo servizio pubblico. «Attendere prego», recita il display. «Non sprechi tempo. Quel bagno non funziona da tempo immemore», avverte un residente.