REDAZIONE MILANO

"Avanti con il Salva Italia. Atti comunali bloccati. I dirigenti hanno paura"

Oriana (Aspesi): serve una legge per uscire dallo stallo

Rendering delle residenze Lac uno dei cantieri bloccati e con acquirenti che hanno già pagato parte delle spese

Rendering delle residenze Lac uno dei cantieri bloccati e con acquirenti che hanno già pagato parte delle spese

Avanti con il "Salva Italia" o con il "Salva famiglie" e basta con lo stop a ogni tipo di pratica urbanistica negli uffici comunali per la paura della firma da parte dei dirigenti e dei funzionari di Palazzo Marino. Federico Oriana, presidente di Aspesi, associazione tra le società di sviluppo immobiliare, che è tra i promotori di Milano Prossima, progetto di coinvolgimento civico sull’emergenza abitativa, resta favorevole a una legge che provi a sbloccare lo stallo urbanistico milanese.

Oriana, ancora favorevole al Salva Milano?

"Non mi piace chiamarlo così. Preferisco Salva Italia o Salva famiglie. Noi, come Aspesi, siamo favorevoli a una legge per uscire da questa situazione. La stessa norma attualmente in discussione in Senato. Sì, perché altrimenti facciamo diventare due ecomostri le Residenze Lac? O demoliamo i palazzi in cui i cittadini già vivono? È impensabile. Dobbiamo definire l’interpretazione normativa. Ciò non ha nulla a che fare con le singole inchieste o i singoli arresti. I due aspetti della vicenda vanno tenuti distinti".

Il Pd e il sindaco Sala non sono più d’accordo sulla nuova norma, mentre il centrodestra sembra diviso e ancora indeciso sul da farsi.

"Perché Pd e sindaco prima erano favorevoli e ora hanno cambiato idea? Quella norma o è utile o non lo è. Il centrodestra dovrebbe andare avanti, la legge aveva il parere favorevole di FdI e di Salvini. Abbandonare questo provvedimento è una scelta illogica".

Da più fonti, intanto, arrivano segnalazioni sullo stallo completo negli uffici comunali dell’edilizia. C’è paura di firmare qualsiasi tipo di atto da parte di dirigente e funzionari di Palazzo Marino?

"Lo confermo. La prima ondata, dopo l’avvio delle indagini della Procura, riguardava segnalazioni di operatori che ritenevano di aver fatto legittimamente le pratiche per la demolizione e ricostruzione. Poi è arrivata la seconda ondata: in quel caso gli operatori si lamentavano del fatto che pur avendo presentato richieste che nulla c’entravano con progetti di demolizione e ricostruzione vedevano i loro progetti fermi al palo. “Non ci firmano più nulla in Comune. Neanche l’autorizzazione a fare le bonifiche“, la frase più ricorrente ascolta negli ultimi mesi".

Un blocco completo delle pratiche edilizie?

"Un fatto gravissimo. Che riguarda sia progetti in corso che nuovi progetti. Mercoledì, ad esempio, ho avuto un incontro con alcuni nostri associati che ci confermavano che il Comune, ad alcune richieste, non risponde neppure. Ma perché ciò sta accadendo?".

Già, perché?

"La paura fa 90, certo. Questo è il sentimento che prevale in Comune. Dal sindaco Sala in giù. Eppure l’amministrazione avrebbe potuto provare a prendere l’iniziativa per dare un segnale di vita. Ad esempio, convocare una task force di esperti, un gruppo di lavoro di persone insospettabili, in primis professori universitari, sull’applicazione della normativa. Una risposta da parte del sindaco e della sua amministrazione. Una risposta concreta, che non c’è stata. Invece Palazzo Marino si è adeguato subito alle indicazioni della magistratura. Si è arrivati addirittura alla chiusura degli uffici al pubblico. Un’altra decisione gravissima. Risultato: stallo totale delle pratiche. A questo punto, non ce la si può prendere con il singolo funzionario, l’ultimo anello della catena comunale. Il messaggio arrivato dall’alto è stato: non bisogna più assumersi le proprie responsabilità. Questi sono i risultati".

Massimiliano Mingoia