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Asili e nidi a Milano, famiglie in ansia: "I nostri figli dimenticati e nessuna certezza"

Chiara Spinelli, mamma di 48 anni, non si arrende: le istituzioni devono dare risposte alle famiglie in ansia.

"Chiedo risposte. Pretendo di sapere, quasi a metà luglio, se mio figlio di 3 anni potrà frequentare la scuola dell’Infanzia comunale a settembre: ha un posto in graduatoria ma ancora non è possibile perfezionare l’iscrizione. Un disagio identico per migliaia di famiglie".

Chiara Spinelli, mamma di 48 anni, non si arrende. "Continuerò a sollecitare il Comune", dice. Ha iniziato quattro giorni fa, con un post scritto su Facebook che ha raccolto oltre mille reazioni e più di 500 commenti di altre mamme e papà in subbuglio.

È una mamma lavoratrice? "Sì. Lavoro in veste di ‘commerciale’ per un’azienda. Significa che mi interfaccio con i punti vendita dei nostri clienti: mediamente ne visito quattro al giorno viaggiando in auto tra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria e percorrendo circa 3mila chilometri a settimana. Il mio compagno Alessandro lavora per una pubblica amministrazione e ha orari più da ufficio: finora si è sacrificato, continuando a lavorare in smartworking anche perché non possiamo contare su una rete familiare. Quindi, non sapere ancora se mio figlio potrà frequentare l’asilo a settembre rende tutto più complicato".

Suo figlio ha frequentato un nido comunale?

"Sì, e si è trovato molto bene: aveva delle bravissime insegnanti, attente, premurose e competenti, che durante il lockdown si sono impegnate con la didattica a distanza".

Il suo bambino è entrato in graduatoria?

"Siamo ‘in assegnazione’, nella sede o scelta, in zona Cenisio. Ma non possiamo ancora perfezionare l’iscrizione perché è tutto in sospeso. Il mio timore è che arrivi settembre e che il Comune ci dica che il posto non c’è... Come potremo organizzarci, a quel punto, tutti quanti? Io sto già cercando un’alternativa tra le scuole private. Mi dispiacerebbe molto dover rinunciare al servizio comunale, anche perché sono una contribuente. Ma il problema principale riguarda i bambini".

Cioè?

"La loro vita è sacrificata da febbraio: ne risente la loro socialità e la loro stessa crescita. Io ho un solo figlio, che al nido aveva stretto amicizie e che da mesi non vede più suoi coetanei. Le scuole sono fondamentali per lo sviluppo dei piccoli: bisogna rendersene conto".

Il Comune ha risposto?

"Sì. Su Facebook mi è stato risposto che le indicazioni contenute nel piano scuola del Governo non sono sufficienti per permettere di calcolare il numero dei posti che è possibile mettere a disposizione nelle strutture comunali, né di capire quanti bambini possono stare nello stesso ambiente e neppure il rapporto numerico tra piccoli ed educatori. Hanno aggiunto che stanno chiedendo approfondimenti a Governo e Regione. Ma possibile che il Comune di Milano non possa fare nulla? Altri comuni più piccoli si stanno organizzando. Io trovo questa risposta non soddisfacente". Marianna Vazzana