REDAZIONE MILANO

Armani è tornato a casa

"Ha custodito la bellezza di Dio". Applausi al passaggio del feretro. .

"Ha custodito la bellezza di Dio". Applausi al passaggio del feretro. .

"Ha custodito la bellezza di Dio". Applausi al passaggio del feretro. .

di Anna GiorgiPIACENZAGiorgio Armani è tornato a casa. L’ultimo saluto, il congedo ufficiale, è stato celebrato a Rivalta di Gazzola, nel Piacentino, con una cerimonia strettamente riservata, nella chiesetta di San Martino, sulle note dell’"Ave Maria" di Schubert. Il suo desiderio era tornare vicino ai suoi cari, nel borgo dove era sfollato da bambino con la sua famiglia, onorando le origini, le sue radici, con una cerimonia, "sobria, intima e intensa", come l’ha definita il parroco che ha celebrato le esequie, don Giuseppe Busani.

Anche l’ultimo saluto "Re Giorgio" lo aveva definito nei minimi dettagli, dando tutte le disposizioni. Qui, nel borgo di Rivalta, c’è la cappella che custodisce le spoglie della mamma Maria, del fratello Sergio e del papà Ugo. Accanto a loro sarà sepolto lo stilista, a cui Milano, la città in cui ha vissuto già dall’adolescenza e in cui ha costruito il suo impero nella moda, avrebbe volentieri aperto le porte del Famedio, il “Pantheon“ dei cittadini illustri.

Il nome di Giorgio Armani verrà, comunque, iscritto tra quelli dei grandi milanesi. A testimoniare l’affetto, la gratitudine e la stima della città nei confronti del maestro, la fila silenziosa e composta di sedicimila persone, tra dipendenti, gente comune, colleghi stilisti, politici, cantanti, modelle e attori, che sabato e domenica hanno raggiunto l’Armani Teatro, dove era stata allestita la camera ardente. "Giorgio Armani è stato custode del giardino della bellezza creato da Dio. Lui lo ha vissuto con la nobile semplicità che lo ha caratterizzato. Una creazione spesso ferita, ma lui ha contribuito a renderla nuova e trasfigurarla", ha detto nell’omelia monsignor Busani.

E ancora: "Siamo riconoscenti a lui e alla famiglia per aver scelto questo luogo, ci sentiamo amati e stimati – ha aggiunto – il legame con Rivalta è stato vissuto sulla terra per tanti anni e continuerà nel cielo. Qui si sono celebrati molti eventi degli Armani. Rivalta, dunque, custodisce la sacralità della vita, degli affetti e dei legami che non finiscono, ma si trasformano".

L’arrivo del feretro è stato accolto da un applauso di cittadini e curiosi che hanno assistito all’arrivo delle auto del corteo funebre da dietro le transenne, lanciando petali di rose bianche.

A Piacenza e Milano è stato proclamato il lutto cittadino, i commercianti del centro storico di Piacenza hanno spento le luci delle vetrine. Bandiere a mezz’asta, invece, a Palazzo Marino e in tutte le sedi comunali milanesi. L’invito del Comune ai concittadini di Armani e alle organizzazioni sociali, culturali e produttive milanesi è stato quello di esprimere, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e l’abbraccio dell’intera città.

Così, le migliaia di dipendenti dell’azienda fondata 50 anni fa hanno lavorato come sempre, ma solo fino alle 15, quando le attività sono state sospese in contemporanea alle esequie.

Serrande abbassate nei negozi, pc spenti negli uffici, in segno di rispetto per il grande stilista scomparso lo scorso 4 settembre a 91 anni.

Una sessantina le persone ammesse alla funzione: i familiari più stretti, Rosanna Armani, Silvana, Roberta, Andrea Camerana, la moglie Alexa e i figli. Con la famiglia il compagno di una vita, Leo Dell’Orco e poi i manager, i collaboratori e alcuni amici strettissimi.