
La manifestazione contro il massacro a Gaza ad Arese
Arese – Fiammelle di speranza per illuminare la notte del mondo. Parole scritte molto tempo o solo pochi giorni fa per invocare la fine dei massacri e condannare i crimini di guerra perpetrati dal governo israeliano in Palestina. Oltre 200 persone hanno partecipato ieri sera alla manifestazione “Gaza muore, non restiamo in silenzio”, nell'ambito della campagna “L'ultimo giorno di Gaza”. promossa dalla Rete per la pace, composta da tredici associazioni locali: Acli, Anpi, Amici di Luca Attanasio, Barabba's clowns, Caritas Arese, Commissione carità e missione, Emergency gruppo Groane, Gso Don Bosco Arese, Young do it, Libera contro le mafie, Misericordia Arese, Pensionati per la città e Prospettiva 2023.
In piazza Dalla Chiesa, le persone hanno portato candele e torce, si sono disposte in cerchio e hanno ascoltato commosse gli interventi degli organizzatori e non solo: ai celebri versi di “Se questo è un uomo” di Primo Levi e a un brano della “Banalità del male” di Hannah Arendt si sono alternate le poesie di autori palestinesi, alcuni dei quali uccisi dall'esercito israeliano, e due canzoni simbolo contro la guerra e l'ingiustizia: “Imagine” di John Lennon e “Auschwitz” di Francesco Guccini. In chiusura un breve intervento del sindaco Luca Nuvoli: “Noi oggi abbiamo bisogno di alzare la voce, di risvegliare le coscienze, quello di stasera è un primo passo importante per la nostra città. Invito tutti a compiere piccoli gesti: esporre una bandiera, parlare in casa, con gli amici, con i ragazzi, nei luoghi di lavoro, perché questa deve diventare la questione numero uno, una questione di pace, di libertà e di giustizia che riguarda tutti noi e il mondo intero”.