
Amarcord Cinisello Balsamo. In 48 scatti la città che cambia
Ci sono i personaggi "tipici", che hanno caratterizzato la città, come "la contessa", seduta al tavolino di un bar. Ci sono le fiere, come quella di via Libertà e di via Garibaldi. I passaggi cruciali di Cinisello, come la manifestazione gremita di gente per celebrare l’acquisizione di Villa Ghirlanda Silva nel 1972 e poi l’apertura al pubblico del parco storico il primo maggio del 1974. Ieri mattina, al centro culturale Il Pertini, è stata inaugurata la mostra “Un po’ del mio tempo“. Cinisello Balsamo è raccontata da Walter Bonizzi nelle fotografie che mostrano una città che cambia e che cresce negli anni. Non soltanto un paesone gonfiato dall’immigrazione interna negli anni del boom industriale, ma soprattutto un Comune diventato città, trasformato dal basso, dal lavoro, dai bisogni e dai desideri della gente comune. "Questa esposizione rappresenta un piccolo percorso che ho fatto nella nostra città, a cui sono legato da un profondo sentimento di affetto: Cinisello mi ha adottato – ha raccontato Bonizzi -. Le mie immagini sono sempre di stampo sociale, perché sono di più facile lettura e perché stimolano i ricordi di chi guarda". Bonizzi ha dedicato molta parte del suo lavoro al contesto civile della città, osservando un universo di movimenti che comprendono le storiche feste dell’Unità, il ritrovo dei ragazzi sul muretto della vecchia piazza Gramsci, le case a ringhiera, i bambini che giocano a flipper nei bar degli anni Novanta, i mercati e i balli in piazza, le biciclettate degli amici del Parco Nord, i matrimoni in Villa Ghirlanda. Tutti scatti in bianco e nero, non manca neanche la mitica nevicata del 1985. "Un evento che resterà nella leggenda per la sua unicità e portata", ha sottolineato il fotografo, che ha regalato al Pertini un suo libro che racconta proprio quella nevicata del secolo a Milano.
"Il progetto iniziale per questa mostra era un’antologia con 100 immagini – rivela Bonizzi –. Per motivi di spazio, qui ne sono esposte 48 che arrivano fino ai primi anni ’90. Manca, insomma, tutta la parte dal Duemila ai giorni nostri, che magari potremo fare più avanti, sempre con la collaborazione del Comune". "Un po’ del mio tempo" si potrà visitare, al piano terra del Pertini, fino al 19 novembre.