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"Vedevo la mia nipotina in videochiamata e non notavo nulla di strano. Se avessi saputo quello che succedeva, sarei corsa a Milano". Maria, la nonna di Diana, ha parlato in serata all’ingresso del caseggiato di via Parea 20/18 dove la piccola Diana, sua nipote, è morta di stenti ad appena 18 mesi. Abbandonata dalla mamma Alessia Pifferi, di 36 anni, per una settimana. "Non ne avevo idea. Io vivo lontano, a Crotone. Non potevo immaginare una cosa simile". Nei giorni scorsi ha definito sua figlia Alessia "mostro", su Facebook. "Ho scritto quella parola in un momento di rabbia. Comunque non voglio più saperne di lei: per me non esiste più". Parole forti, che ricalcano anche quanto detto dall’ex marito della Pifferi, dal quale si era separata nel 2017: "Come può aver fatto questo per andare da un uomo?". Poche parole, dette a mezza voce agli amici del quartiere incrociati mentre sbrigava commissioni tra la piazza e il mercato comunale dove ha lavorato per alcuni anni. Francesco, che tutti chiamano Franco nel quartiere di Ponte Lambro. "Un uomo semplice, parla solo uno stretto dialetto siciliano. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di chiedergli direttamente cosa pensi della tragedia capitata. Martedì pomeriggio aveva un volto imperscrutabile". E siccome a Ponte Lambro la morte della piccola Diana è da una settimana l’argomento principale di ogni discorso, sentendo gli amici parlarne ha commentato ad alta voce. "Come può (Alessia, ndr ) aver fatto questo?" Abbandonare la sua figlioletta di 18 mesi lasciandola sola a casa per raggiungere il compagno a Leffe, nella Bergamasca. Il commento di Franco è riferito da alcuni conoscenti che lo hanno ascoltato.
Intanto, sulla ringhiera del caseggiato di via Parea aumentano i pupazzi e i messaggi lasciati per la piccola Diana, tra palloncini bianchi che a distanza di giorni si sono sgonfiati e fiori diventati secchi. Ma c’è sempre chi arriva a portare qualcosa di nuovo, come il signor Giuseppe Intintoli, che si definisce “artista di quartiere“ e che ieri nel primo pomeriggio ha adagiato a terra una sua creazione realizzata su un cartone della pizza: fiori dipinti con colori acrilici e una poesia dedicata a Diana. "Piccolo fiore reciso da un destino perverso. Ogni raggio di sole ci ricorda la tua bellezza, ogni goccia di pioggia ci ricorda il nostro pianto. Però tu sarai sempre nei nostri cuori". A percorrere la stradina che porta fino all’ingresso è arrivata anche una mamma con il suo bimbo nel passeggino. "Vengo da Monza", ha detto tra le lacrime, dopo aver sistemato anche lei un ricordo per Diana su una delle sbarre del cancello.