Alessandro Impagnatiello, la Procura chiederà il processo immediato per il killer reo confesso

Varrà reiterata al Gip anche la richiesta dell’aggravante della premeditazione: dal pc il barman pianificava di avvelenare Giulia

Gli investigatori che perlustrano la zona dei garage, nel riquadro Alessandro Impagnatiello

Gli investigatori che perlustrano la zona dei garage, nel riquadro Alessandro Impagnatiello

Milano, 7 giugno 2023 – L'assassino di Giulia, il barman Alessandro Impagnatiello, sarà giudicato con rito abbreviato, previo accordo del gip. La Procura ha sei mesi di tempo per chiedere il processo che salta la fase dell'udienza preliminare, essendo il killer reo confesso ed essendo chiari ad oggi tutti i reati: omicidio con l'aggravante del vincolo parentale, procurato aborto e occultamento del cadavere.

Gli inquirenti stanno "confezionando" le aggravanti. Quando l’indagine verrà conclusa e saranno raccolto tutti gli elementi necessari a confermare il racconto lacunoso e, a tratti, non credibile del barman la Procura potrà contestare nuovamente nella richiesta di immediato l'aggravante della premeditazione, esclusa nell'ordinanza di custodia.

 Nella prima ordinanza il gip aveva esigenze cautelari ed ha escluso la premeditazione perché stando al racconto del killer la "scintilla" come l'ha chiamata Alessandro Impagnatiello gli si sarebbe accesa vedendo Giulia tagliare la verdura con il coltello in mano, quindi in un lasso di tempo troppo breve per la contestazione della premeditazione, parendo più un gesto d'impeto.

Gli investigatori però dal pc dell'assassino hanno rilevato che dimostrava l'intenzione di Impagnatiello di avvelenare Giulia e Thiago.

Due gli elementi su cui insisteranno gli inquirenti: il ritrovamento del topicida nell’abitazione dove vivevano i due fidanzati e le dichiarazioni del gestore di un locale a Senago sul fatto che Impagnatiello e la madre chiesero informazioni sulle telecamere sono dettagli che appaiono decisivi in questo senso. Anche l'aggravante della crudeltà potrebbe essere contestata qualora dall'autopsia risultasse una agonia della vittima o più coltellate inferte.

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