Caso Genovese, l'imprenditore resta in cella: "Condizioni non critiche"

Per la seconda volta respinta la richiesta dei legali dell’ex bocconiano: è depresso ma può stare in carcere

Alberto Genovese

Alberto Genovese

Milano - Deve restare in carcere Alberto Genovese, l’imprenditore del web, ex bocconiano, rinchiuso a San Vittore dal 6 novembre scorso con l’accusa di aver drogato, sequestrato e violentato due ragazze tra Milano e Ibiza, anche perché le sue condizioni di salute mentale, legate alla dipendenza dalla cocaina, non sono incompatibili con la detenzione. Lo ha stabilito il gip Tommaso Perna, sulla base della perizia depositata da Enrico Zanalda, direttore del Dipartimento salute mentale della Asl di Torino. L’accertamento era stato disposto dal gip accogliendo la richiesta dei difensori Luigi Isolabella e Davide Ferrari, la cui istanza era finalizzata a ottenere una diagnosi che portasse alla scarcerazione dell’ex mago delle start up digitali. Richiesta di scarcerazione respinta, però, per la seconda volta, perché il perito, pur segnalando disturbi legati alla tossicodipendenza, di cui soffre Genovese, non ha evidenziato condizioni critiche di incompatibilità col carcere. I legali nella richiesta di perizia, a cui i pm avevano dato parere negativo così come alla scarcerazione, si erano richiamati all’istanza per i domiciliari in una clinica per disintossicarsi, che venne respinta dal giudice a fine febbraio.

E avevano fatto notare, attraverso la consulenza di uno psichiatra, che l’imprenditore a San Vittore era stato sì sottoposto a terapia farmacologica, ma non aveva mai avuto una diagnosi. Nella precedente istanza la difesa aveva messo in luce pure il rischio di suicidio in carcere. Ora è arrivata la decisione del gip, dopo che l’esperto (la perizia è stata disposta a fine marzo) ha valutato che Genovese ha sì disturbi come l’umore deflesso, ma non è in una condizione critica. Dopo l’arresto per l’accusa di aver violentato una 18enne nel suo attico di lusso a due passi dal Duomo, il 25 febbraio scorso a Genovese era stata notificata anche una seconda ordinanza per lo stupro, contestato pure alla sua fidanzata nelle indagini dei pm Mannella-Stagnaro-Filippini, di una modella di 23 anni a Ibiza il 10 luglio, anche lei stordita con un mix di stupefacenti.

Il gip aveva bocciato la richiesta di processo immediato della Procura. L’imprenditore è anche indagato in una tranche d’inchiesta che riguarda la sue movimentazioni finanziarie. La Procura ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame contro la decisione del giudice che aveva respinto una richiesta di sequestro preventivo per oltre 4,3 milioni di euro, che per i pm sarebbero il frutto della evasione fiscale di una parte delle sue aziande con sede all’estero. L’udienza dei Riesame sulla tranche economica si è tenuta ieri e i giudici si sono riservati di decidere nelle prossime 48 ore.

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