Evitare truffe con l’affitto? I consigli di Stefano Maiolica, il ‘terrone a Milano’

Dal divano dell’amico alla svolta con la mozzarella di bufala: le dritte del popolare influencer per dribblare prezzi folli e trappole immobiliari

Stefano Maiolica, il "terrone a Milano"

Stefano Maiolica, il "terrone a Milano"

Milano – Sette anni fa ha lasciato Salerno per Milano, per specializzarsi in Psicologia sociale della comunicazione. Stefano Maiolica, 28 anni, è ‘Un terrone a Milano’: racconta ai suoi seguaci (oltre 193mila solo su Instagram più altri 54mila su Facebook) la città dal punto di vista di un fuorisede e dispensa dritte a chi lo contatta perché, appena arrivato, non sa come muoversi, riappropriandosi di quel termine-tabù, "terrone", che colora con i valori di chi è disposto a lasciare la propria terra e a riadattarsi per formarsi e gettare le basi per il futuro.

Il suo primo approdo milanese?

"Il divano dell’amico. È uno step abbastanza d’obbligo. Un amico che abitava a Milano mi ha detto: ‘Guarda Ste, stai una settimana da me e ti cerchi la casa...’ La disperazione totale: da lì ho capito il disagio. La prima che ho visto era una stanza con un materasso a terra e sei gattini".

Per quanto?

"Seicento euro. E io ero arrivato a Milano senza soldi, con una borsa di studio e la mia famiglia che mi diceva di cercare di fare qualcosa, perché non potevano darmi una grossa mano. Da lì ho iniziato a girare diverse case".

La svolta?

"Paradossalmente la mia prima stanza l’ho trovata grazie alle mozzarelle di bufala. Preso dalla disperazione ho aperto Facebook e in uno dei gruppi d’affitto ho scritto: ‘Ragazzi, sono disperato, sono di Salerno. Se qualcuno di voi mi prende in casa giuro che una volta al mese vi porto le mozzarelle di bufala’. E questa cosa è esplosa sui social. All’epoca non avevo la mia pagina, ma mi hanno contattato tantissime persone: ‘Sei troppo simpatico, ti vogliamo con no’".

Il post di Stefano Maiolica con la promessa delle mozzarelle
Il post di Stefano Maiolica con la promessa delle mozzarelle

E ha trovato la prima stanza...

"In nero però: pagavo 450 euro. Ho ceduto a questo ricatto del nero, che mi ha portato diversi problemi perché significa zero tutele. Da un momento all’altro sono dovuto andare via alla ricerca di altre soluzioni. Ma ormai ero diventato un esperto".

Quante case ha cambiato?

"Cinque in sei anni. Adesso sono in un monolocale di 50 metri quadri con la mia compagna e un cagnolino. E sono stato fortunato perché sono entrato in un giro di conoscenze del quartiere: mi avvisano appena qualcuno mette in affitto".

In sette anni ha visto galoppare i prezzi?

"Eccome. Una stanza nella mia zona, Sempione, è passata in sette anni da 450 a 750 euro più o meno. Ma anche nelle altre zone non se la passano meglio".

Consigli di sopravvivenza?

"Fare rete appunto, no a contratti in nero. E attenzione alle truffe. Ricevo un centinaio di segnalazioni al giorno. Sono il primo che ha vissuto la disperazione, l’ansia e la fretta che ti portano a fare scelte che con la logica e il giusto tempo non faresti. State attenti, non agite d’impulso, confrontatevi con persone che ci sono passate. Controllate il nome di chi affitta su internet perché ci sono tanti truffatori seriali. Attenti alle agenzie che non sono agenzie: c’è chi chiede soldi per fermare la casa e poi sparisce. Dove c’è la disperazione la truffa è dietro l’angolo".

Una studentessa è in tenda davanti al Politecnico contro il caro affitti. Che ne pensa?

"Oggi viviamo in una società in cui per parlare di una cosa bisogna renderla virale. E anch’io cerco attraverso strumenti virali di portare alla luce temi sociali. Quindi se per parlare del tema bisogna mettere una tenda davanti al rettorato del Politecnico e attirare l’attenzione dei media ben venga. Ma la mia paura, che è più una certezza, è una: le cose virali hanno un picco e finiscono immediatamente. Quindi bene il gesto ma bisogna continuare a parlarne e agire. E questo lo devono fare i nostri politici".

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