
"Addio Cash, anima libera" Chiesa gremita e lacrime per l’ultimo saluto a Vito
di Monica Autunno
"Eternamente giovane. Eternamente presente. Eternamente vivo. Come del resto vuole il nome che portava. E che evoca la Vita". La chiesa del Cristo Risorto di Cassano d’Adda affollata per l’ultimo saluto a Vito Cascella, “Cash”, per molti anni assistente e collaboratore dei Modà, morto a 47 anni ai primi di agosto in un tremendo incidente con la sua moto, a Cernusco sul Naviglio. Alle esequie, seduto silenziosamente fra gli amici, anche Kekko Silvestre, il frontman della celebre band con cui Cascella aveva a lungo lavorato come assistente tecnico. Nelle prime file il padre Giacinto, la madre Grazia, fratelli e sorelle, cognati e nipoti. E poi tanti, tanti amici: di musica, di sport, di vita.
"Ci voleva una chiesa più grande, per raccogliervi tutti – ha detto il parroco officiante, don Angelo Lanzeni –. Me lo diceva poco fa il padre di Vito, ha ragione. Significa molto. Vito prende un’altra strada. Ma resta vivo nell’amicizia, e nel vostro sguardo. Mi spiace non aver avuto la fortuna di conoscerlo". Una funzione commossa e partecipata quella per l’addio a Cascella, morto nella notte fra il 9 e il 10 agosto scorsi, nel terribile schianto della sua moto contro un palo.
Un lungo intervallo di dolore fra l’incidente e le esequie, dovuto ai tempi tecnici dell’autopsia e delle indagini. Sin dalle prime ore dopo la tragedia, la notizia aveva suscitato un’ondata di cordoglio. "Addio anima libera", lo aveva salutato Kekko dalla pagina della band con cui Vito aveva collaborato, dando un importante contributo ai successi sul palco.
Le ultime parole pubbliche d’amore e affetto, in chiesa, sono state quelle della compagna di una vita, Debora, e dei nipoti. "Sei stato il mio tutto per 25 anni – ha detto la donna, visibilmente commossa e provata, al microfono – e ne abbiamo passate tante. Ma oggi è il tempo dei soli ricordi belli. Restami accanto". E così una giovane nipote: "Grazie per essere stato per tutti noi come un padre. Per averci donato la tua forza e la tua vicinanza. A ciascuno di noi nipoti hai lasciato un sogno. Il nostro? Aprire un ristorante, tu alla cassa e io in cucina: credimi, lo realizzerò". L’incidente costato la vita a Cascella era avvenuto in via Pavese, non lontano dalla metropolitana cernuschese. L’uomo era stato immediatamente soccorso. Ma si era spento poco dopo l’arrivo in ospedale.