Coppia dell'acido, minacce al presunto complice Magnani: "Sei un infame"

Sarebbe questa la conseguenza dell'atteggiamento collaborativo tenuto dal presunto complice di Alex e Martina con gli inquirenti milanesi titolari delle indagini sulla "coppia diabolica". Il giovane domani sarà in aula, al contrario di Martina Levato, per la prima udienza del processo milanese con rito abbreviato che li vede imputati per associazione per delinquere per una serie di aggressioni con l' acido

 A sinistra Andrea Magnani in tribunale scortato da carabinieri e agenti di custodia

A sinistra Andrea Magnani in tribunale scortato da carabinieri e agenti di custodia

Milano, 17 settembre 2015  – Tensione in carcere intorno ad Andrea Magani, il presunto complice della "coppia diabolica": il giovane avrebbe ricevuto diverse minacce da parte di altri detenuti. "Sappiamo che sei un infame, stai attento", sarebbe - stando a quanto riferiscono fonti legali - il tono delle intimidazioni rivolte al bancario, accusato di aver rivestito un ruolo di supporto nelle tre aggressioni con l' acido compiute da Martina Levato ed Alexander Boettcher a Milano tra il 2 novembre e il 28 dicembre scorsi.

Sarebbe questa la conseguenza dell'atteggiamento collaborativo tenuto dal presunto complice di Alex e Martina con gli inquirenti milanesi titolari delle indagini sulla "coppia diabolica". E' stato lui a chiamare direttamente in causa Boettcher davanti al pm Marcello Musso, sottolineando al magistrato di essere "succube" del broker tedesco e di essersi limitato a "obbedire" ai suoi ordini. Da qui l'accusa di "infame" da parte degli altri detenuti. Minacce che sarebbero avvenute tanto nel carcere di Opera che in quello di Monza, dove Magnani è stato trasferito a metà giugno scorso. Nella casa circondariale milanese il bancario è rimasto fino a metà maggio in regime di isolamento sorvegliato a vista, prima di essere spostato in una cella ad alta sorveglianza. Il che - sempre da quanto si è potuto apprendere - non ha impedito ad alcuni detenuti di avvicinarlo e minacciarlo durante le ore d'aria e quelle passate a leggere libri nella biblioteca interna al carcere. La situazione sarebbe addirittura peggiorata dopo il trasferimento a Monza dove, dopo un breve periodo trascorso in infermeria, Magnani si trova recluso in una cella in compagnia di altri detenuti.

MARTINA LEVATO NON SARA' IN AULA - Venerdì 18 settembre, Andrea Magnani sarà in aula per la prima udienza del nuovo procedimento con rito abbreviato in cui Martina Levato, già condannata in primo grado a 14 anni di reclusione con l'amante Alexander Boettcher per l'aggressione con l' acido a Pietro Barbini del 28 dicembre scorso, è accusata di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di altre, analoghe aggressioni. La studentessa, però, non ci sarà.  La difesa della bocconiana, però, non presenterà alcuna richiesta di legittimo impedimento per motivi di salute, come era stato ipotizzato nei giorni scorsi. "Produrremo documentazione medica per giustificare l'assenza di Martina, che non intende affatto mancare di rispetto al tribunale" ha spiegato uno dei difensori, l'avvocato Alessandra Guarini , secondo la quale "non è intenzione di Martina sottrarsi alla giustizia". Domani non saranno presenti nemmeno Barbini, nuovamente parte civile nel procedimento perché della sua aggressione è accusato in concorso Magnani; né Stefano Savi, sfigurato all'alba del 2 novembre scorso. Il giudice per l'udienza preliminare Roberto Arnaldi deve decidere se accogliere la richiesta dei due imputati di sottoporsi al giudizio abbreviato condizionato.

La difesa di Levato ha chiesto di eseguire una nuova perizia psichiatrica sulla ragazza per valutare se "la serialità dei fatti contestati sia indice di un movente patologico che comporta un vizio di mente". La perizia già svolta nell'ambito del procedimento per l'aggressione a Barbini ha stabilito, infatti, che Levato e Boettcher sono entrambi capaci di intendere e di volere, escludendo qualsiasi tipo di incapacità di mente totale o anche solo parziale che avrebbe comportato una non imputabilità o uno sconto di pena. La difesa di Magnani, invece, ha chiesto l'acquisizione di una consulenza psichiatrica di parte. Se le due condizioni poste dai difensori dovessero essere rigettate, Levato e Magnani procederanno comunque con l'abbreviato secco, che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena.  

 

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