Milano, Niccolò Bettarini accoltellato: l'aggressore nel locale con arma

Altri 6 indagati per tentato omicidio, alcuni già identificati e incensurati, avrebbero trattenuto il figlio di Simona Ventura mentre veniva colpito con "numerose testate, pugni e calci"

Tentato omicidio a Milano, fermate 4 persone (La Presse)

Tentato omicidio a Milano, fermate 4 persone (La Presse)

Milano, 3 luglio 2018 - Il 29enne che ha ha colpito con otto coltellate Niccolò Bettarini, il figlio di Stefano e Simona Ventura, domenica mattina all'esterno della discoteca milanese Old Fashion, sarebbe riuscito ad entrare la sera di sabato con un coltello dalla lama "di circa 20 centimetri di lunghezza" nel locale, arma che avrebbe poi usato fuori per il tentato omicidio. È quanto emerge dalle indagini della Squadra mobile di Milano, coordinate dal pm Elio Ramondini, che sta lavorando per identificare le almeno altre 6 persone che hanno partecipato al blitz violento. Secondo la ricostruzione, Davide Caddeo, il 29enne accusato di aver sferrato gli otto fendenti e che più volte nel corso degli ultimi anni è stato denunciato per porto abusivo d'armi perché trovato in possesso di un "coltello a serramanico", sarebbe riuscito ad entrare nella discoteca con l'arma eludendo i controlli del locale (chiuso ieri su decisione del Questura di Milano) che, stando a quanto riferito dal gestore, era provvisto di metal detector.

Ai quattro fermati, nella richiesta di convalida del fermo e di custodia in carcere, il pm contesta l'aggravante dell'aver "agito per motivi abietti (in quanto discriminatori) e futili, quali essere 'il figlio di Bettarin'". Al 19enne, infatti, che era in compagnia di un'amica, "dopo una provocazione strumentale proferendo per quattro volte la frase 'hai gli orecchini uguali ai mie'", qualcuno del gruppo, stando alle testimonianze agli atti, avrebbe gridato: "Ti ho riconosciuto, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo". Il 'branco', stando alle indagini, dopo aver circondato un amico di Bettarini con cui c'era già stata una lite all'interno del locale quella sera e una qualche mese prima, avrebbe individuato il 19enne, distante diversi metri, e l'avrebbe aggredito.

L'amico di Niccolò quando era  circondato avrebbe chiesto "aiuto" ed è, quindi, ipotizzabile che il 19enne abbia deciso di intervenire in qualche modo, ma era ancora a distanza, assieme all'amica, quando è stato raggiunto. Gli altri 6 indagati per tentato omicidio, alcuni già identificati e incensurati, avrebbero trattenuto il giovane mentre veniva colpito con "numerose testate, pugni e calci" e con otto coltellate, tra cui due alla "base toracica", una ad un fianco, una ad un braccio e una ad una coscia. Anche una volta a terra, è stato colpito con calci in faccia, malgrado "l'intervento di soccorso" dell'amica, anche lei colpita "con calci e pugni anche in faccia". Da qui per i quattro fermati (Caddeo, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakei) e per gli altri indagati in concorso anche l'accusa di lesioni (8  giorni di prognosi). È probabile che domani i fermati possano scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip.

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