Milano, agguato a Niccolò Bettarini: caccia ad altri sei

L’inchiesta: Caddeo entrò nel locale col coltello. Ferzoco: non sono stato io

Niccolò Bettarini con il padre Stefano e la mamma Simona Ventura

Niccolò Bettarini con il padre Stefano e la mamma Simona Ventura

Milano, 4 luglio 2018 - Alcuni sarebbero già stati individuati. Alcuni sono ancora ricercati. Almeno altri sei ragazzi potrebbero essere a breve chiamati a rispondere delle stesse accuse già contestate dalla polizia ai quattro fermati per il tentato omicidio del 19enne Niccolò Bettarini, andato in scena all’alba di domenica scorsa davanti alla discoteca Old Fashion di viale Alemagna. Stando a quanto emerge dalla richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare nei confronti di Davide Caddeo, Alessandro Ferzoco, Andi Arapi e Albano Jakej, i quattro avrebbero agito in concorso «con almeno altre sei persone in corso di identificazione». Secondo le indagini degli agenti della Mobile, coordinati dal pm Elio Ramondini, la vittima sarebbe stata notata dagli aggressori, che in un primo momento se l’erano presa con un suo amico: «Ti ho riconosciuto, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo». Caddeo, 29enne con precedenti per lesioni e rissa e già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, sarebbe la figura-chiave, colui che avrebbe materialmente inferto gli otto fendenti in più parti del corpo. 

Una volta a terra, Bettarini junior è stato colpito ancora con calci in faccia, nonostante l’intervento dell’amica Zoe Esposito, a sua volta presa a pugni (i quattro sono indagati anche per le lesioni alla 21enne, giudicate guaribili in 8 giorni). Domattina i quattro fermati compariranno davanti al gip Stefania Pepe per essere interrogati, e verosimilmente si avvarranno della facoltà di non rispondere. «Non l’ho accoltellato io, non sapevo nemmeno che fosse Niccolò Bettarini, l’ho saputo solo in carcere che era lui. Nemmeno ho visto chi ha usato il coltello», ha riferito Ferzoco al suo avvocato Mirko Perlino, che ieri mattina è andato a trovarlo in carcere. Stando a quanto accertato dall’inchiesta, quattro mesi fa, il 24enne ultrà dell’Inter e dell’Hockey Milano ha litigato con un amico di Bettarini in un altro locale, il «Gate», per una banale questione di tavoli nel privè, ma tutto si sarebbe concluso senza ulteriori strascichi. Tanto che l’altra sera, all’Old Fashion, l’amico di Bettarini gli avrebbe pure offerto da bere dopo averlo salutato. 

E poi cos'è successo? La situazione è degenerata: il ragazzo è stato preso a schiaffi (non si capisce bene da chi), anche se l’intervento di un vigilante del locale (che avrebbe colloquiato in albanese con uno dei due connazionali del gruppo) sembrava aver riportato definitivamente la calma. Il secondo round in strada, con l’intervento successivo di Bettarini a difesa dell’amico. Restano diversi aspetti da chiarire nella dinamica e nello svolgimento dei fatti. A cominciare da quanto sarebbe emerso nelle ultime ore: Caddeo sarebbe riuscito a entrare col coltello all’interno dell’Old Fashion, nonostante la presenza all’ingresso dei rilevatori di metalli. Una circostanza che, se accertata, smentirebbe quanto sostenuto, ieri sulle nostre pagine, dal gestore del locale Roberto Cominardi: «Non è entrato nessuno con un’arma, perché ci sono controlli rigorosi coi metal detector. Di conseguenza, o l’aggressore non è entrato nella discoteca oppure si è procurato il coltello una volta uscito». 

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