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Sentenza storica: la Difesa dovrà risarcire la vedova di un aviere morto per amianto

Fabio Fabretti morì nel 2012 di mesotelioma pleurico e la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto alla moglie 500mila euro di risarcimento

Fabio Fabretti con sua moglie Graziella (a sinistra) e la base militare di Vicenza

La vedova di Fabio Fabretti ha ottenuto giustizia dopo un decennio di battaglia. Fabretti era un aviere missilistico dell’Aeronautica Militare che ha prestato servizio dal marzo del 1965 all’aprire del 1966. Nel 2012 morì a Rozzano per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione prolungata all’amianto. Oggi, la Corte d'Appello di Milano lo ha riconosciuto come “vittima del dovere” e ha condannato il ministero della Difesa a versare alla vedova di Fabretti, Graziella, una somma di circa 500mila euro.

“Finalmente la Corte di Appello di Milano rende giustizia a Fabio Fabretti, alla vedova e ai figli, anche se quella di oggi riguarda solo il riconoscimento di vittima del dovere”, ha dichiarato l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia del militare, coadiuvato nella difesa dall'avvocato Massimiliano Fabiani.

“La nostra battaglia processuale, oltre che istituzionale, proseguirà sia per tutelare i due orfani, che sono stati esclusi dall'indennizzo perché non a carico, e su questo punto verrà proposto ricorso in Cassazione – hanno spiegato – sia per ottenere il risarcimento del danno, perché quello ottenuto è il riconoscimento solo di natura previdenziale, per cui si agirà anche per il pregiudizio subito direttamente dalla vittima che per quello subito dai suoi familiari”.

Il militare, spiega l'Osservatorio nazionale amianto, “dopo il periodo di addestramento a Cuneo, fu assegnato alla Prima Aerobrigata di Padova, e adibito successivamente alla base operativa missilistica di Cordovado, dove si è occupato dell'aria lancio dei missili, con stretto contatto di militari americani della Nato, distaccati nella vicina base di Vicenza”.

In quel periodo, Fabretti, “stazionò un missile speciale, predisposto con una testata nucleare. Dopo che il Tribunale di Pavia aveva rigettato le domande per presunta carenza di prova – spiega l'Osservatorio – ora arriva la condanna della Corte di Appello di Milano che nel processo ha disposto ulteriori verifiche giungendo all'accertamento della prova piena della causa di servizio”.

Sono state anche “esibite foto scattate in quel periodo che hanno dimostrato che il militare ha operato in stretta contiguità con i sistemi missilistici”. Fabretti ha lasciato, oltre alla moglie Graziella, anche i due figli, Davide di 39 anni e Ilaria di 42, “con una morte atroce» e «il suo è solo uno dei tanti decessi per mesotelioma da esposizione ad amianto”.

La sentenza è stata emessa dal collegio Picciau-Casella-Macaluso. Sarà il ministero dell'Interno, come si legge nel dispositivo, a dover aggiornare “la graduatoria” con “l'inserimento del nominativo del sig. Fabretti Fabio, nella sua qualità di vittima del dovere”.