Vittime del Covid Una statua in ospedale ricorda quei giorni bui

Codogno, scultura donata da un artista cremonese che ora vive in Spagna. Commozione alla cerimonia d’inaugurazione: impossibile scordare.

Vittime del Covid  Una statua in ospedale  ricorda quei giorni bui

Vittime del Covid Una statua in ospedale ricorda quei giorni bui

La pandemia ha colpito duramente il Lodigiano e ancora oggi, che l’emergenza è conclusa, in tanti si ricordano del Comune di Codogno e di quanto ha sofferto. E il ricordo di chi si è spento, stroncato dal Covid, soprattutto nella prima terribile ondata del contagio e durante la primissima zona rossa d’Italia, è ancora purtroppo dolorosissimo. Un artista di Pandino che vive in Spagna, ha quindi deciso di intrappolare i sentimenti e onorare questi compianti, attraverso la propria arte, donando un’opera che resterà per sempre dove tutto, purtroppo, è iniziato. La statua è stata offerta all’ospedale di Codogno. Si tratta di una scultura di pregio, che è stata posizionata venerdì e scoperta alla presenza delle autorità, nel giardino antistante il presidio ospedaliero.

L’opera è stata battezzata "Timeless", in ricordo del tempo perso e sospeso, realizzato in marmo di Carrara e donata dallo scultore Moris Bosa in ricordo delle vittime della pandemia. È un artista italiano contemporaneo. Inizia a disegnare e scolpire il legno da bambino e si appassiona alla creazione artistica. Passando attraverso la sperimentazione di varie forme di espressione artistica, si è poi definitivamente dedicato alla scultura, dove la materia diventa leggerezza, con un sapiente uso dei vuoti. Oggi vive e lavora in Spagna. La sua opera raffigura due cuori intrecciati ed è stata scoperta dal direttore generale della Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi, che per prima ha gestito l’emergenza, Salvatore Gioia. Alla cerimonia una rappresentanza dei sanitari, il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti, il prefetto di Lodi Enrico Roccatagliata, il questore Pio Russo, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Alberto Cicognani, il sindaco di Codogno Francesco Passerini, e un rappresentante del comune di Pandino. Durante l’inaugurazione, oltre a un rispettoso silenzio e a un momento di preghiera per chi non ce l’ha fatta e, spesso, è morto da solo assistito soltanto dalle cure dei sanitari perché i parenti non potevano accedere alle strutture, sono stati ricordati con emozione i terribili frangenti di quel 2020. Nessuno, in città, ha mai potuto dimenticare le bare stipate in chiesa perché i morti erano talmente tanti da non riuscire a gestirli.

Paola Arensi