
Il criminologo di San Martino in Strada esperto di disagio giovanile Cristian Bonatti
Lodi, 18 marzo 2025 - Disagio giovanile nel Lodigiano, parla il criminologo: "Aiutiamo i ragazzi sfruttando anche l'intelligenza artificiale". Cristian Bonatti, criminologo di San Martino in Strada, security manager, esperto di scienze forensi nell'informatica, si occupa, da anni, di criminalità e devianza minorile. Ha scelto di diventare anche formatore scolastico su queste discipline inerenti aspetti giovanili e ora interviene dopo le notizie recenti di cronaca. Fatti che hanno visto protagonisti, nel Lodigiano, alcuni giovani.
Dal 28enne che, su un treno, ha picchiato e rapinato del passamontagna con lenti un minorenne, al 16enne accerchiato e picchiato da una baby gang a Codogno, che gli ha rapinato soldi. "Il disagio giovanile è un fenomeno molto preoccupante che sta minando la crescita degli adolescenti del territorio - introduce Bonatti -. Già in questo momento gli adolescenti si trovano ad avere a che fare con la vita reale, ma anche con quella virtuale e soprattutto con tutte le nuove realtà emergenti (virtuale, aumentata, mista, intelligenza artificiale e metaverso)".
Dottor Bonatti, lo Stato sta intervenendo? "Il Ministero, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha deciso di investire molto su questo fenomeno, prevedendo delle attività Steam per gli studenti (apprendimento responsabile e creativo ndr), con il decreto ministeriale 65 e soprattutto, una formazione molto mirata, per il personale docente, sulla transizione al digitale narrata dal Dm 66. Proprio per questo sto tenendo, in molti istituti di tutto il territorio Lodigiano e nazionale, formazioni sul disagio e sulla devianza giovanile nel digitale, che è una diretta conseguenza del disagio".
Lei lascia agli insegnanti materiale utile a fronteggiare il fenomeno?
"Ho redatto delle guide operative per il personale docente sulle seguenti tematiche: prevenire il disagio giovanile con l’ausilio dell’intelligenza artificiale; come diffondere la legalità con l’ausilio dell’intelligenza artificiale; prevenire il bullismo, cyberbullismo e la violenza di genere con l’intelligenza artificiale".
Da cosa dipende il disagio giovanile?
"Può derivare da molteplici fattori, tra cui: familiari (conflitti, separazioni, mancanza di dialogo o presenza di modelli educativi rigidi); fattori scolastici (bullismo, difficoltà di apprendimento, pressione per il rendimento); fattori sociali (isolamento, difficoltà nelle relazioni con i coetanei, uso improprio della tecnologia); fattori psicologici ( ansia, depressione, bassa autostima)".
Come si agisce?
"L’importante è riconoscere i segnali del disagio giovanile, in quanto è fondamentale intervenire tempestivamente. Alcuni possono essere: cambiamenti improvvisi nel comportamento (aggressività, isolamento, sbalzi d’umore), calo del rendimento scolastico, disturbi del sonno o dell’alimentazione, uso eccessivo della tecnologia e ritiro dalla vita sociale). Per poter intervenire in maniera rapida bisogna saper leggere e interpretare anche i sintomi fisici ricorrenti, senza cause mediche evidenti (mal di testa, dolori addominali)".
I vari attori che ruolo possono avere?
"La famiglia gioca un ruolo cruciale nel supporto dei ragazzi e servono: comunicazione aperta (creare un ambiente in cui i figli si sentano ascoltati senza paura di essere giudicati); empatia e sostegno emotivo (cercare di mettersi nei loro panni e aiutarli a gestire le emozioni); regole chiare ma flessibili (stabilire confini sani, rispettando al contempo l’autonomia dei ragazzi); esempio positivo (i figli apprendono molto dall’osservazione dei genitori). Altro ruolo fondamentale lo giocano la scuola e la comunità, che devono essere alleati della famiglia, nel supporto ai giovani. È quindi molto importante: collaborare con gli insegnanti e con le figure educative; favorire attività extracurricolari per stimolare le relazioni sociali e l’autostima; promuovere una cultura dell’inclusione e del rispetto reciproco".
Come interpreta il rapporto dei giovani con la tecnologia?
"L’uso eccessivo dei social media può causare: ansia sociale e confronto costante con modelli irrealistici; dipendenza da internet e videogiochi. Ma anche riduzione della capacità di concentrazione. Si devono quindi stabilire limiti di tempo per l’uso della tecnologia, educare i ragazzi all’uso consapevole dei social media, promuovere attività offline per bilanciare il tempo trascorso online e praticare sport. Poi musica, scrittura e arte favoriscono l’elaborazione emotiva, con anche mindfulness e rilassamento: tecniche di respirazione e meditazione possono aiutare nella gestione delle emozioni. Oppure supporto psicologico, nei casi più complessi".
La ricetta migliore?
"Il disagio giovanile è un tema complesso, ma con il giusto approccio, possiamo aiutare i nostri ragazzi a superare le difficoltà. La chiave sono l’ascolto, il dialogo e il supporto costante. Lavoriamo insieme per creare un ambiente sereno e favorevole alla loro crescita".