Una classe del Pavese riscrive Calvino

In occasione del centenario della nascita dell’autore la riflessione: “Le città invisibili“ oggi sono diventate invivibili

Una classe del Pavese riscrive Calvino

Una classe del Pavese riscrive Calvino

Si dice che ormai i giovani di oggi non trovino attrazione dalla lettura e guardino solo i loro dispositivi elettronici ma non è così: alcuni ragazzi stanno violando questa regola. Ci troviamo a Voghera, qui, in un distaccamento dell’Istituto Comprensivo Sandro Pertini, è rinato un libro. La classe è la terza B della sede Don Orione.

Il progetto è partito ad ottobre, quando è arrivata la nuova docente di lettere Francesca D’Asta.

Nella magica cornice della letteratura di Italo Calvino, a partire da quella data fino a marzo, i ragazzi si sono impegnati in questo progetto. Attraverso l’immersione nelle opere dell’autore gli studenti hanno esplorato mondi fantastici viaggiando attraverso le pagine di romanzi iconici come “le città invisibili “e “il cavaliere inesistente”.

Il progetto ha reso gli studenti protagonisti attivi anziché spettatori passivi della narrazione, intraprendendo un percorso di scrittura collettiva.

Ogni alunno ha avuto un compito ben preciso: disegnatore, correttore di bozze, scrittore ed infine persino scrittore digitale… Ma come sono nate queste città? Ogni gruppo decideva un argomento da approfondire e poi, una volta dato un nome alla città immaginaria, si scriveva a riguardo e si faceva il disegno.

C’era sempre un tema preciso da affrontare infatti già dal titolo di quest’opera “le città invivibili” , l’obiettivo è stato proprio denunciare problemi moderni, quali ad esempio l’inquinamento o il riscaldamento globale. Il nome alle città veniva dato per coerenza all’argomento, come Bambilonia, Sommeria, Rottami oppure senza senso apparente come, Valdorino, Caporito ecc.

Con questo progetto i ragazzi hanno potuto esplorare mondi immaginari, dando vita a città uniche attraverso la magia delle parole.

A febbraio, a lavoro ormai terminato, si gestirono questioni logistiche: l’ordine delle città, l’impaginazione, la prefazione e la cornice. Per la cornice decisero di inventare la vicenda di un bambino di Castelletto di Branduzzo, chiamato Leonardo, chiuso in casa per una pandemia, che aspetta suo padre medico che ogni sera gli racconta di aver visitato città ovviamente immaginarie. Dopo aver scritto la cornice, la professoressa iscrisse i ragazzi al Premio Galdus, un concorso letterario-artistico in cui la presidentessa onoraria della giuria è Liliana Segre. Anche la copertina è operat dei ragazzi, con il supporto della docente di arte Elisa Floris. In conclusione possiamo affermare quanto detto in apertura, in un mondo in cui i libri sono stati soppiantati dal digitale, toccare con mano il lavoro che c’è dietro la stesura di un libro potrebbe aiutare i giovani a riavvicinarsi alla lettura. Calvino diceva che lo scrivere non è solo un fatto letterario, infatti ogni generazione è piena di potenziale!