REDAZIONE LODI

Un film può aiutare a riflettere sulle donne

La pellicola "L’amore rubato" racconta una realtà quotidiana fatta di maltrattamenti e di violenze verbali e fisiche

La visione del film "L’amore rubato", proposta dai nostri insegnanti nell’ambito di un progetto legato all’ Educazione Civica, racconta la storia di cinque donne diverse tra loro per età e condizioni sociali, che però hanno in comune una relazione d’amore basata sulla violenza.

La prima donna pensa che l’amore coincida con le regole date dal marito. Il loro figlio, vedendo sua madre essere minacciata da suo padre, prende esempio da lui, iniziando così a picchiare le bambine della sua classe.

La seconda è un’insegnante single che viene perseguitata da un uomo molto geloso.

La terza è una ragazza del liceo che viene maltrattata da un gruppo della sua classe per poi essere ricattata.

La quarta è una giovane che vive con sua nonna e suo fratello minore. Fa le pulizie in una piscina comunale per procurarsi cibo, ma un giorno subisce delle violenze da parte del suo datore di lavoro.

Infine l’ultima è una donna giovane che vuole inseguire il suo sogno di diventare un’attrice. Lei però vede questo sogno infranto a causa degli scatti d’ira da parte del suo compagno.

Nonostante l’argomento importante e forte di cui tratta, ha fatto capire a tutti noi quanto sia grave che avvengano episodi di violenza sulle donne.

Ci ha stupito molto il fatto che questo film è tratto da storie realmente accadute, e che quindi alcune donne si suicidano e vengono uccise per colpa di uomini che, invece di proteggerle e amarle, trasmettono loro solo male e odio.

A volte abbiamo l’impressione che la realtà superi la fantasia. Non si tratta della costruzione di vicende che scaturiscono dalla fantasia di uno sceneggiatore, si tratta della verità raccontata, della realtà quasi quotidiana.

A parole la violenza sulle donne può sembrare banale e facile da affrontare come tema, assorbiamo le notizie che ci dicono chi è stata uccisa, da chi e dove, ma poi ci manca la riflessione, la discussione e qualche proposta per prevenire il fenomeno del femminicidio…tutto questo ci ha lasciato un vuoto.

E’ inaccettabile che circa il 30% delle donne tra i sedici e i settanta anni abbia subito una forma di violenza dal fidanzato, dall’ex fidanzato, da parenti, da amici e da sconosciuti.

Inoltre non si capisce perché un uomo possa andare in giro vestito come vuole e all’ora che vuole, anche di notte e perché invece una donna si debba fare mille problemi in quanto non sa mai cosa le possa succedere e non si senta sicura.

Non è giustificabile che l’uomo si consideri superiore alla donna solo per il fatto che fisicamente è più grande e più forte, e per questo viene pure pagato di più sul lavoro, ha più diritti e libertà in generale e occupa spesso un posto più rilevante nella società.

Non è accettabile il fatto che l’uomo veda e utilizzi la donna come un oggetto su cui ha il potere di fare quello che vuole.