MARIO BORRA
Cronaca

“Suo nipote sta molto male”: come funziona la popolare truffa del parente malato

Una anziana gli aveva consegnato denaro e oro. Smascherato e denunciato l’esattore della banda, un polacco

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lodi sono risaliti all’uomo grazie ai sistemi di video sorveglianza presenti vicino all’abitazione

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lodi sono risaliti all’uomo grazie ai sistemi di video sorveglianza presenti vicino all’abitazione

La truffa del finto nipote malato questa volta fallisce grazie alle indagini della Questura di Lodi che hanno denunciato a piede libero un trentenne di nazionalità polacca residente all’estero. La vittima, una signora anziana ultranovantenne residente in centro a Lodi, aveva denunciato, qualche mese fa, di essere finita nella rete del malvivente.

Ha infatti raccontato ai poliziotti di aver ricevuto una telefonata sulla propria utenza telefonica fissa di casa da parte di donna presentatasi come sua nipote, la quale, con finto trasporto emotivo, sottolineava di essere gravemente malata e ricoverata in ospedale.

L’interlocutore, quindi, sosteneva di aver bisogno di denaro per ingenti cure mediche, aggiungendo che un incaricato del nosocomio sarebbe passato, poco dopo, per la riscossione. E infatti, nel giro di qualche minuto, il truffatore era giunto sotto casa facendosi consegnare 550 euro in contanti oltre ad ori e monili.

Ma il 30enne questa volta non l’ha fatta franca: le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Lodi, hanno permesso di individuare, grazie a sistemi di video sorveglianza presenti nelle vicinanze dell’abitazione, un’auto con targa straniera sospetta, utilizzata qualche giorno prima per un’analoga truffa in provincia di Bergamo.

A bordo è stato accertato che vi era il medesimo soggetto che, in entrambe le circostanze, aveva riscosso dalle vittime oro e denaro. Veniva inoltre accertato che la stessa mattina, da un telefonino estero, erano partite delle diverse telefonate verso altrettante utenze fisse, tutte intestate a soggetti anziani residenti nel comune di Lodi.

Ma non solo: la medesima auto era stata controllata a Cremona ed a Venezia dove il 30enne polacco avrebbe portato a termini reati analoghi. Le indagini però hanno scoperto che il 30enne non era un “cane sciolto“ ma agiva, nel contesto di una vera e propria associazione criminale transnazionale, come mero “esattore“ su precisa indicazione di un telefonista estero e con il compito di contattare e inscenare la rappresentazione della finta malattia alla vittima prescelta.