Un viaggio nel tempo. Sulle orme di Steve McCurry. “Anch’io dovevo ritrovare quella bambina”. Marzio Toniolo, 39 anni, professione insegnante, mano da fotoreporter, si è messo in viaggio da San Fiorano, nel Lodigiano, e ha ripercorso la stessa strada di tredici anni prima. Destinazione: Thailandia. Missione: rintracciare Paa, la ragazza di oggi immortalata quand’era bimba, nel 2011.
Toniolo, maestro di scuola elementare e grande appassionato di fotografia, ha rimesso in fila le tappe cercando disperatamente di dare un volto nuovo a quella piccina di etnia Hmong che aveva fissato in un clic con il copricapo e gli abiti tradizionali. “Sapevo che l’avrei trovata, lo sapevo. Ma non è stato facile”. Ad accompagnarlo nel Sud Est asiatico c’era la sua figlia piccola, Bianca, che aveva il “compito” di girare per le strade mostrando l’immagine scattata sulla scalinata del Doi Suthep, il tempio della città di Chiang Mai, nella Thailandia del Nord. “Quella bimba era diventata quasi una magnifica ossessione”. Per ricordare quel viaggio bellissimo, infatti, Toniolo si era fatto tatuare l’immagine del volto sul braccio. Ora, a distanza di tredici anni, il ricordo si era trasformato in sogno: provare a rintracciare la bimba per regalarle la foto.
Un’impresa che ricorda appunto quella di McCurry che immortalò il viso bellissimo con occhi azzurri della ragazza afgana nel 1984, finito sulla copertina del National Geographic, e che poi tornò a cercare nel 2002. Come McCurry anche Toniolo – che nel 2020 raccontò per immagini, con l’agenzia Reuters, i giorni durissimi della zona rossa di Codogno, l’isolamento sanitario dell’emergenza Covid – ha infine ritrovato la ragazza thailandese dopo un viaggio periglioso in moto tra la giungla e il villaggio di montagna già visitato tredici anni prima. Ha interpellato diversi abitanti: tutti scrutavano quella bellissima immagine, ma alla fine scuotevano la testa.
Toniolo non si è arreso. “La gente del posto cercava in tutti i modi di capire a chi potesse somigliare, ma nulla – racconta – Poi, quand’ero ormai convinto di aver fallito, io e mia figlia abbiamo incontrato un ultimo abitante dove la strada era già finita”. L’uomo ha preso in mano la foto, l’ha fissata per alcuni lunghissimi secondi e “gli è si è allargato un sorriso sul volto”. La svolta. È stato quell’uomo a condurre l’insegnante della Bassa Lodigiana da una donna, la madre di Paa: “Qui – mi ha raccontato – era assieme a due sue amiche”. Alla fine Paa è ricomparsa sorridente davanti a Toniolo.
L’insegnante di San Fiorano, “emozionatissimo”, ha estratto dalla tasca quella vecchia foto custodita gelosamente negli anni anni e non ci ha pensato due volte a consegnargliela. “Era l’unica copia, ma è stato giusto così. Consegnarle lo scatto è stato come scrivere il capitolo finale di questa storia”. Oggi la giovane Paa vive in città e studia all’università: “Ha lasciato i monti e la vita umile e dignitosa che aveva davanti, magari in un garage a vendere piccoli prodotti locali. Ha provato a spiccare il volo, e ci è riuscita. Quando ha visto la foto e il tatuaggio è rimasta molto sorpresa ma era contenta ed emozionata. È una ragazza molto timida e non mi ha chiesto nulla. Quando le ho regalato lo scatto mi ha risposto sorridendo che “era tutto così bello“. Il lieto fine di una storia da film, davvero”. Missione compiuta, titoli di coda.