Una superficie di 27mila metri quadrati adibita a deposito non autorizzato. L’hanno scoperta i carabinieri forestali di Mortara con i colleghi del Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale di Pavia e il personale dell’Arpa di Lodi e di Pavia. Nell’area, a lungo ispezionata anche con l’ausilio di un drone, è stata accertata la presenza di 9 cumuli di ingenti dimensioni per un totale di oltre 66.500 metri cubi di materiale, dei quali 17mila di sole terre e rocce di scavo non trattate, classificate come rifiuti speciali. La restante parte del materiale rinvenuto è rappresentata da terre e sfridi di asfalto provenienti dal trattamento dei rifiuti con modalità "end of waste" (il processo attraverso il quale il rifiuto cessa di essere tale, viene recuperato e acquisisce lo status di prodotto, soggetto a una normativa europea del 2008) provenienti da un’impresa edile con sede nel centro lomellino. La provenienza delle terre e delle rocce di scavo è invece al momento in fase di accertamento.
Dai rilievi effettuati dai carabinieri è emerso che il materiale era stato depositato nell’area senza disporre delle necessarie autorizzazioni urbanistico-edilizie e delle relazioni ambientali per quanto attiene i rifiuti. Per questo, al termine del sopralluogo avvenuto ieri mattina, i carabinieri hanno messo sotto sequestro l’area. Le indagini sono solo all’inizio. Da appurare la natura dei materiali depositati e la loro origine, per risalire alle responsabilità.
In materia di abbandono di rifiuti, di modiche quantità e in zone di aperta campagna, nei giorni scorsi i Comuni di Vigevano, Mortara e Gambolò hanno siglato un’intesa per il controllo del territorio che impegna le rispettive polizie locali e le guardie ecologiche volontarie.
Umberto Zanichelli