
Scene di violenza a Tavazzano fuori dalla sede della logistica Zampieri
Tavazzano (Lodi), 15 giugno - La tensione che cresce, il problema che si complica, nel silenzio, e poi esplode in scontri. Il settore della logistica, chiave dell’ecommerce che ha avuto una crescita esponenziale nei mesi della pandemia, diventa la faglia attiva dei terremoti nel mondo del lavoro lombardo. Una forte componente di impieghi esternalizzati, un complesso ruolo di cooperative e padroncini autonomi, cambi rapidi di proprietà, licenziamenti, stipendi bassi e spesso regole tutt’altro che vantaggiose rendono il settore quello in cui la conflittualità è più elevata. Nell’arco di meno di quattro mesi sono stati tre i momenti di scontro fisico fuori dai cancelli di un grande insediamento in occasione di scioperi e picchetti. Tutto nasce dai licenziamenti legati alla chiusura del polo piacentino di Fedex-Tnt. Da qui, proteste e presìdi. Primo episodio di violenza, il 29 aprile, a Peschiera Borromeo, nel Milanese. A venire alle mani gruppi di lavoratori della logistica e gli scioperanti. Per i sindacati, era presente anche personale dei servizi di sicurezza. Stesso copione un mese dopo, il 27 maggio, a San Giuliano Milanese. L’11 giugno, infine, l’ultimo caso, il più grave, a Tavazzano con Villavesco, nel Lodigiano, dove un operaio è rimasto ferito in modo serio al volto.
«Il posto di lavoro non si tocca", "Lotta dura senza paura". Con slogan urlati in coro, un centinaio di facchini licenziati dalla Tnt-Fedex di Piacenza, accompagnati dai Si Cobas, ha manifestato via Orecchia a Tavazzano, davanti ai cancelli della Zampieri holding, luogo dove giovedì notte si è tenuto lo scontro violento tra lavoratori, sindacato e vigilantes. Quella di ieri è stata una manifestazione pacifica, iniziata alle 11, e che alle 13 si è spostata in corso Umberto a Lodi, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Giuseppe Montella. A scortarli una trentina di uomini fra carabinieri, questura e Digos.
I Si Cobas andranno avanti a oltranza in tutte le sedi della Zampieri (Tavazzano, San Giuliano Milanese e Peschiera Borromeo). "Continueremo a seguire la merce", dice Aldo Milani, il coordinatore nazionale Si Cobas ieri presente al presidio con la foto del 48enne rimasto ferito alla testa durante gli scontri della scorsa settimana. "La Zampieri, dopo aver derubato i posti di lavoro, ha assunto dipendenti disperati, precari, pagati poco e senza tutele - aggiunge Milani -. Alla base di questa situazione c’è una riorganizzazione di Fedex che non è stata ancora presentata in modo chiaro. Lo scenario è quello di un’internalizzazione dei lavoratori delle cooperative, il che è un bel risultato, ma si passerà da 1.600 a 800 lavoratori a livello nazionale. Diversi hanno accettato incentivi fino a 40mila euro per dimettersi, ma non sono i numeri di riduzioni che l’azienda si aspettava, che sarebbero invece molto più alti. Alla Zampieri è stato dato in subappalto il lavoro che al momento non si fa più a Piacenza, dove di fatto 300 lavoratori sono rimasti a casa. A nostro avviso poi Fedex ritornerà però tra diversi mesi all’hub piacentino, che è strategico per la sua posizione e che di fatto ha ancora tutti i macchinari".
L’accusa ai dipendenti della Zampieri è anche "l’uso di bodyguard, pagati 30 euro l’ora per picchiare i manifestanti con spranghe e taser". Una versione che secondo i Si Cobas sarebbe confermata da un nuovo video che finirà nel fascicolo aperto dalla Procura di Lodi per lesioni e violenza privata. "Durante gli scontri di venerdì ci siamo trovati contro due magazzinieri licenziati dalla DHL di Carpiano e che noi avevamo aiutato a ottenere un bonus di 30mila euro - svela Milani -. E la polizia non ha mosso un dito per difenderci". Ieri poi il prefetto di Lodi Giuseppe Montella si è impegnato a verificare nei competenti ministeri la possibilità che l’azienda possa assorbire i lavoratori licenziati. Inoltre saranno disposte verifiche sulla Zampieri per l’uso di servizi di vigilanza. Intanto, oggi alle 15.30 sono attesi in Prefettura a Lodi i vertici della Zampieri holding.