
Gli inquirenti vicino all’auto in cui Roberto Bolzoni detto “Rambo“ è stato ritrovato in un lago di sangue
Lodi, 21 febbraio 2025 - Proseguono a ritmo serrato e nel più stretto riserbo degli inquirenti le indagini sulla morte del sessantunenne Roberto Bolzoni rinvenuto senza vita nella sua automobile, una Volkswagen Golf bianca nella giornata di martedì in piazza Omegna. La vettura era chiusa a chiave dall’esterno e parcheggiata non lontano dalla sua abitazione. L’autopsia, effettuata giovedì all’istituto di Medicina legale di Pavia, ha rivelato che l’uomo è stato trafitto da trentacinque coltellate. Una in particolare, al collo, sarebbe stata quella fatale. E che tutto è avvenuto tra domenica scorsa e lunedì.
La salma, a esame autoptico effettuato, non è stata restituita alla famiglia perché “si ritiene opportuno repertare ulteriori tracce evidenziate sul corpo” come ha fatto sapere il procuratore di Lodi Laura Pedio. Dalle risultanze dell’autopsia sono partiti ieri gli inquirenti per indirizzare ancora meglio le indagini e risalire all’assassino. Tanti i punti ancora oscuri nella morte di Roberto Bolzoni, soprannominato ‘Rambo’ dagli amici. Il sessantunenne era solito uscire sempre con il cane. Domenica pomeriggio però, dopo aver accompagnato la moglie al lavoro al ristorante, era senza il fido “Messi“. Nella sua auto è stato trovato anche un coltellino da cucina, che però non è l’arma del delitto.
Per quanto riguarda la dinamica dell’omicidio le ferite, presenti principalmente sul lato destro del viso, sembrerebbero inferte per mezzo di un coltello dalla lama sottile, simile a quella di un taglierino. Le posizioni dei tagli lasciano spazio ad ulteriori ipotesi. Le coltellate sul lato destro del viso, potrebbero far ipotizzare che ad uccidere sia stata una mano destrorsa, qualora l’omicida fosse stato seduto sul lato passeggeri del veicolo. Mentre un mancino avrebbe trovato maggior comodità nel colpire il volto in quella posizione se fosse stato seduto sul sedile posteriore, alle spalle dell’autista.
La quantità di fendenti, inoltre, rendono meno probabile la pista della rapina, e indirizzano sempre di più sulla possibilità che si sia trattato di un delitto d’impeto o passionale. Molto probabile che vittima e assassino si conoscessero già. Anche ieri sono proseguite le ricerche del cellulare di Bolzoni e dell’arma del delitto. L’ultima cella agganciata dal telefonino del sessantunenne era stata quella di Cascina Codazza a meno di tre chilometri dalla sua abitazione e quindi anche dal punto in cui è stata trovata l’auto. Mentre si continua a scavare nella vita e nelle frequentazioni dell’uomo resta ancora oscuro il movente che ha spinto qualcuno ad ammazzare una persona che viene descritta da chi lo conosceva come “tranquillo e solare”.