TIZIANO TROIANELLO
Cronaca

Ristoratrice suicida nel fiume. Il medico legale: è annegata. Trovate ferite su gambe e polsi

Travolta dalle polemiche sulla recensione online, la 59enne avrebbe tentato di tagliarsi le vene. I carabinieri: convocata per sapere se conoscesse l’autore di quel post omofobo sul ristorante.

Ristoratrice suicida nel fiume. Il medico legale: è annegata. Trovate ferite su gambe e polsi

Ristoratrice suicida nel fiume. Il medico legale: è annegata. Trovate ferite su gambe e polsi

Nessuna contestazione era stata avanzata dai carabinieri, sabato nella caserma dei carabinieri, a Giovanna Pedretti la ristoratrice di 59 anni la quale due giorni prima aveva pubblicato sulle pagine Facebook e Google del suo locale una risposta a una recensione omofoba e discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità. In quel momento era solo una potenziale vittima. I militari dell’Arma lo hanno precisato ieri, con una nota. È stato ribadito che i carabinieri della stazione di Sant’Angelo Lodigiano, "ipotizzando il reato ex articolo 604 bis del Codice penale, ossia propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, avevano convocato Giovanna Pedretti al fine di informare la Procura della Repubblica competente, con riferimento ad una recensione pubblicata su Google, e poi rimossa, da un anonimo cliente del suo ristorante". La signora era stata così sentita nel pomeriggio dello stesso giorno come persona informata sui fatti, quale potenziale vittima dell’intera vicenda. Il colloquio, sempre per quanto reso noto dall’Arma, era durato pochi minuti durante i quali la ristoratrice aveva confermato il contenuto della recensione, ma non era stata in grado di fornire ulteriori dettagli sull’identità del cliente.

Nel frattempo però, dopo il post e la sua risposta ripresa da diversi media, la 59enne era stata accusata sui social di aver inventato tutto solo per farsi pubblicità. Giovanna ha iniziato a tentennare anche di fronte alle incalzanti domande di chiarimenti ’tecnici’ sul post dell’ipotetico cliente ’S’ che risultava, agli occhi più esperti, presentare alcune anomalie. Diversi erano stati i suoi "Non so" di fronte alle domande, fino ad arrivare a sospirare un "forse sono caduta in una trappola". Una trappola che evidentemente nella sua mente, con il passare delle ore successive, è diventata sempre più grande. Fino al punto di spingerla ad uscire di casa domenica alle 4 del mattino (cosa peraltro non poi così inusuale per lei che soffriva di insonnia) e a trovare la morte sulle rive del Lambro.

Ieri intanto all’istituto di Medicina legale di Pavia, sul corpo della donna è stata eseguita l’autopsia. L’ispezione cadaverica pre-esame avrebbe evidenziato la presenza di ferite non solo ai polsi e a un braccio, ma anche a una gamba e al collo. Il primo quadro reso noto dopo l’esame autoptico eseguito dal dottor Giacomo Belli è compatibile con l’annegamento e le ferite da arma da taglio riscontrate su polsi, un braccio, una gamba e il collo sono ritenute superficiali. Sull’ipotesi del suicidio sembrano ormai esserci pochi dubbi. Sull’auto con cui la donna aveva raggiunto il fiume Lambro e nel terreno a fianco della vettura erano state trovate tracce di sangue ritenute compatibili con quelle che si procura una persona quando si taglia le vene. Si è anche iniziato ad analizzare i due telefonini che la ristoratrice aveva con sé. Entrambi sono risultati per uso personale e sono stati ritrovati nella Panda. La Procura di Lodi, comunque, indaga a 360 gradi con il fascicolo aperto per istigazione al suicidio.

"Per avere le risultanze complete dell’autopsia dovremo attendere 60 giorni – dichiara l’avvocata Simona Callegari, che la famiglia ha nominato quale difensore –. In questo momento il marito Nello D’Avino, la figlia Fiorina e anche la mamma di Giovanna che ha 85 anni sono chiusi nel loro dolore e chiedono tranquillità. In questi giorni sono stati travolti dalla pressione dei media. Dopo l’autopsia di oggi (ieri per chi legge, ndr) immagino che la Procura aprirà altri canali di indagine per ricostruire l’accaduto a 360 gradi. Oltre a coloro che sono già stati sentiti in questi giorni credo che dovranno essere ascoltate altre persone vicine alla famiglia".