LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Papà in Pronto soccorso a Codogno: "Un'odissea"

Codogno, la denuncia della figlia di un 74enne: trattato come in una guardia medica di villeggiatura

Elena Torresani ricorda di quando gli ospedali della Bassa erano fiori all’occhiello

Codogno (Lodi), 8 luglio 2020 - «A Codogno assistenza sanitaria come le guardie mediche al mare?". A chiederlo, provocatoriamente, è Elena Torresani, che sabato notte, da Londra, dove lavora per un tour operator, ha seguito il caso di suo papà Luigi, 74 anni, cardiopatico: portato, da Casalpusterlengo dove vive, in pronto soccorso a Codogno con tre costole con frattura scomposta e una lesione della pleura, benché dolorante è rimasto quattro ore su una sedia nella vana attesa che qualcuno esaminasse le lastre. Portato nella notte dai familiari a Piacenza, è stato ricoverato in un paio d’ore.

"Negli anni l’ospedale di Codogno è sempre stato il nostro punto di riferimento - spiega Torresani, da Londra -. Avevamo il fior fiore degli ospedali: non immaginavo che le cose si fossero ridotte ad un livello tale che non è stato possibile trovare qualcuno, a Codogno o, con la telemedicina, a Lodi, in grado di refertare la lastra. Ho deciso di denunciare l’accaduto perché se nessuno dice niente le cose non cambiano. Di certo la responsabilità non è dei medici, lasciati lì senza neppure un radiologo di copertura, ma della dirigenza".

L’odissea di Luigi Torresani è iniziata sabato attorno alle 19 quando, dopo una caduta, viene accompagnato in pronto soccorso a Codogno e sottoposto a lastra: "Mio papà è stato classificato in codice verde e nessun medico, essendo cardiopatico, si è preso la responsabilità di somministrargli un antidolorifico senza referto – spiega la figlia –. Era all’interno del pronto soccorso, ma su una sedia, non su un lettino; mia mamma era fuori, per il Covid. Apparentemente non c’erano medici in grado di refertare. Chiamo a Lodi, e mi dicono che se da Codogno non arriva una richiesta di urgenza i referti passano al giorno successivo.

A Codogno dicono che Lodi é bloccata da cinque ore per incidente. Mio padre sta sempre peggio: il nostro timore, dato che prende farmaci che fluidificano il sangue, è che possa avere un’emorragia interna. Lasciando il pronto soccorso per sua scelta non gli hanno dato i risultati della radiografia che, giunto a Piacenza verso mezzanotte, ha dovuto rifare. Lì comunque gli hanno fatto tutti gli esami, compresa un’ecografia per assicurarsi della tenuta dello sterno reso fragile dagli interventi subiti al cuore, e prescritto un antibiotico per la pleura. E’ stato ricoverato in Medicina d’urgenza e poi dimesso lunedì: ora è a casa ma ha già un appuntamento di controllo".

L’accaduto ha ricordato a Torresani quando, una decina d’anni fa, sua mamma si sentì male mentre era in vacanza in Calabria: alla guardia media turistica le fecero un elettrocardiogramma, ma poi non c’era nessuno in grado di refertarlo. In entrambi i casi l’emergenza è stata superata ma resta lo sconcerto: "Non so cosa stia succedendo nel Lodigiano e quali siano le strategie della sanità lombarda, ma credo che qualcosa stia davvero andando storto" - conclude Torresani.