Lodi – Si è spento, tra l’amore di una famiglia sempre presente, il 33enne Walter Soresini di Lodi. Era caduto da un’impalcatura quando era ragazzino e rimasto da allora paralizzato e molto fragile. L’incidente, cui era seguito un iter giudiziario, era avvenuto all’ex Linificio di Lodi il 7 aprile 2007, quando l’adolescente aveva 15 anni.
Da una ricostruzione di allora, il giovane stava giocando con gli amici ma, qualcosa era andato storto, ed era precipitato al suolo. Poi aveva trascorso 16 mesi, in coma, alla clinica Maugeri di Pavia, si era risvegliato (pur rimanendo sempre molto fragile) ed era stato seguito dalla Casa dei risvegli di Bologna e dalla Fondazione Danelli di Lodi. Al processo quattro amici di Walter, che nel momento dell’incidente erano con lui, avevano dichiarato che all’ex Linificio le porte fossero tutte aperte, così come il cancello.
Era finito a processo, per lesioni gravissime, l’architetto comunale dell’epoca, in quanto responsabile del patrimonio pubblico. Secondo l’accusa, dove i ragazzi si erano introdotti, non c’erano recinzioni adeguate ed essendo un sito pericoloso, avrebbero invece dovuto esserci. All’epoca la famiglia del ragazzo aveva affiancato all’iter penale anche una causa civile. I familiari sono stati seguiti dall’avvocato Gabriele Roveda. Alla fine il ragazzo, intorno al 2010, era stato risarcito ed era stato chiuso il processo. C’era stato un concorso di colpa. Comune e società di vigilanza avevano determinato le quote di responsabilità.
Ma purtroppo, a distanza di pochi anni, un nuovo dolore per la famiglia. Il ragazzo si è spento per un malore nella giornata di ieri. L’ultimo saluto è stato fissato per oggi, alle 14, nella chiesa di Sant’Alberto. La camera ardente, invece, è stata allestita nella sala mortuaria dell’ospedale Maggiore di Lodi, dove gli amici hanno potuto fare visita.
L’avvocato Roveda si stringe alla famiglia, con cui è sempre rimasto in contatto: "È un grande dolore. Walter aveva fatto progressi straordinari. Inizialmente non erano sperati e ora questo dramma. Ha avuto una famiglia eroica nel gestirlo, che lo ha sempre sostenuto con grande coraggio, sensibilità e gli ha permesso di sviluppare una vita bella e ricca, seppur nella condizione in cui era". Walter aveva sempre con sé anche l’affezionata cagnolina Molly, si dava da fare alla Fondazione Danelli e spesso veniva portato in gita. Amava il mare, la neve, le auto e le moto. Insomma, godeva dell’infinito amore e dei continui sforzi di farlo felice profusi da mamma e papà e da tanta gente che gli voleva bene.