MARIO BORRA
Cronaca

"Promuovetemi". E punta la pistola. Terrore per i prof della Maturità

Casalpusterlengo, diciottenne all’esame con il revolver scarico del nonno nascosto nella cintura. A disarmarlo la sua docente.

Il giovane responsabile delle minacce alla commissione scortato fuori dall’istituto

Casalpusterlengo (Lodi), 24 giugno 2020 - Ha chiesto quasi scusa e poi ha estratto una vecchia pistola appartenuta al nonno e l’ha puntata sulla alla presidente e sui membri della commissione d’esame della maturità. "Io devo passare questo esame", ha detto più o meno così il ragazzo di 18 anni di Terranova de’ Passerini, piccolo borgo lodigiano, che ieri mattina poco dopo le 12.30 si è seduto per il colloquio orale davanti alla prima commissione dell’Itis Cesaris di Casalpusterlengo.

Il vecchio revolver, un Glisenti a tamburo fabbricato a fine ottocento, ondeggiava tra le mani del ragazzo. Nascosto dalla maglietta, l’aveva estratto dalla cintola dei pantaloni. La pistola era scarica ma nessuno in quegli istanti di terrore lo sapeva. È subito calato il gelo. È stata la professoressa di educazione fisica a avvicinarsi e farsi consegnare l’arma. Subito è scattato l’allarme. I membri delle altre commissioni si sono blindati nelle aule mentre arrivavano i carabinieri con i giubbotti antiproiettili. Davanti a loro, per fortuna, hanno però trovato un ragazzo spaurito e scosso. Il diciottenne è stato trasferito in ospedale a Codogno per una visita e poi in caserma dove per lui è scattata la denuncia per minacce e porto abusivo di arma. All’esame, il giovane della 5^ chimici era arrivato con il padre che si era seduto fuori, trepidante come ogni genitore. Pochi minuti dopo ha visto uscire il figlio con il volto terreo e quella pistola nelle mani di un’insegnante.

La prova non era iniziata nel migliore dei modi: quando il 18enne si era seduto al tavolo davanti ai professori disposti a semicerchio, non aveva consegnato la chiavetta usb con all’interno l’elaborato di presentazione né ha risposto alle domande. E quando l’insegnante di impianti chimici gli ha chiesto di parlare del contenuto della sua tesina, lui, per tutta risposta, ha estratto il revolver e minacciato i presenti. Dopo il grave episodio, la commissione e la preside sono rimasti chiusi all’interno dell’istituto per quasi tre ore per analizzare l’accaduto. "Questo fatto suscita una profonda tristezza e preoccupazione in tutta la comunità scolastica – ha fatto sapere la scuola in una nota –. Ci sfuggono le ragioni profonde del gesto, ma rinnoviamo la nostra forza per proseguire il nostro compito, oltre ogni caduta, oltre ogni fragilità e ci mettiamo a disposizione della famiglia per ogni tipo di collaborazione". Anche il sindaco Elia Delmiglio si è recato subito nella scuola di viale Cadorna. "Me lo hanno descritto come un ragazzo riservato, un po’ chiuso, ma molto tranquillo e che comunque nel percorso scolastico dei cinque anni non è andato male", ha detto. Negli ultimi mesi però, qualcosa era cambiato. Il lockdown e la didattica a distanza in un momento delicato, forse, sono stati un cambiamento troppo radicale. Ora comincia un percorso difficile, duro. Da seguire con la protezione dalla sua scuola, dalla famiglia e dalla comunità.