
"Otto bambini in dodici anni con l’aiuto dei figli biologici"
Un fasciatoio con sul bordo i nomi e le date in cui in 12 anni sono arrivati otto bambini. La storia di Giampaolo e Annagrazia come genitori affidatari è sintetizzata su quel mobile che ora serve ai nipotini. Ma dietro a quei nomi e a quelle date ci sono tante storie e moltissimo amore, tutto quello che la famiglia composta dai due genitori e 5 figli biologici ha donato ai piccoli presi in affido per un breve o più lungo periodo. "Siamo entrati in contatto con l’affidamento familiare quasi per caso – racconta Giampiero Cerri, 59 anni – perché carissimi amici stavano facendo questa felice esperienza e ci è venuta la curiosità di provare".
All’epoca avevate figli grandicelli, non avete avuto paura di cimentarvi di nuovo con pannolini e notti insonni?
"I nostri figli oggi hanno 34, 31, 30, 22 e 20 anni. All’epoca il più piccolo ne aveva 8, non avevamo perso la mano, non la si perde mai. In realtà avere figli, come prevede la legge, è preferibile per i bambini affidati e anche per i genitori. I ragazzi di giorno facevano a gara per occuparsi dei piccoli. Anche oggi che mia moglie ha ripreso a lavorare, se non siamo in casa arriva uno dei fratelli ad occuparsi di Filippo (nome di fantasia), 14 anni, che abbiamo in affido e di Destiny di 9 che abbiano adottato perché nel frattempo era stato dichiarato adottabile. Destiny, nato in un campo profughi in Libia, è arrivato da noi quando aveva 2 anni e da allora siamo la sua grande famiglia. Filippo, invece, potrà rimanere da noi fino alla maggiore età, poi deciderà".
Non si soffre nel vedere andare via un bambino del quale ci si è occupati?
"Sì, certo. Da noi sono passati quattro ragazzi andati in adozione. Si soffre, ma si è felici per loro perché avranno una nuova prospettiva e si impara il distacco. I figli, biologici o no, non sono di nostra proprietà. Con qualche bambino preso in affido siamo rimasti in contatto e talvolta li vediamo, altri invece siamo contenti d’averli aiutati".
Siete da soli nei percorsi d’affido?
"No, anzi consiglio a tutte le coppie di fare questa scelta da soli e di farla soltanto se entrambi i coniugi sono d’accordo. Noi lo siamo sempre stati, altrimenti non avrebbe funzionato. A supportarci c’è l’associazione Cometa di Como, una rete di famiglie affidatarie sostenute da un’équipe professionale. Per essere più vicini a loro ci siamo trasferiti dalla Brianza a Como".
Come giudica l’esperienza dell’affido?
"Molto positivamente, fa crescere i figli e fa crescere i genitori. Ti viene affidato un bambino che ha bisogno di attenzione e cure, hai il dovere morale di occupartene meglio di quanto faresti o hai fatto con i tuoi. E fai di tutto per assolvere il tuo compito".
M.M.