Codogno (Lodi), 2 novembre 2024 – Dopo l’annuncio di giovedì, da parte dell’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi, della ripresa delle attività della “sala gessi” di Codogno, si discute sul “mezzo servizio”. Da lunedì 4 novembre torna infatti la sala, al piano terra del presidio ospedaliero, ma operativa “soltanto” dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16. Asst ha fatto sapere che il servizio si occuperà del trattamento dei pazienti provenienti dal Pronto Soccorso, in caso di emergenze ortopediche e traumatologiche, ma anche della gestione dell’attività ambulatoriale (prime visite e visite di controllo post pronto soccorso e post chirurgiche, infiltrazioni terapeutiche etc.), nonché del supporto e della consulenza ai reparti. Nelle giornate di sabato e nei giorni festivi, in caso di necessità, i pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso di Codogno, saranno inviati al Pronto Soccorso di Lodi.
Il reclutamento
L’équipe, diretta dal dottor Filippo Rivolta, è stata rafforzata con il reclutamento di nuovi specialisti. “Come annunciato lo scorso maggio davanti al Consiglio comunale di Codogno, la riapertura dell’Ortopedia era uno degli obiettivi prioritari di questa direzione – ha dichiarato il direttore generale dell’Asst Guido Grignaffini, salvo poi aggiungere che si tratta di un “primo passo”. Una cosa un po’ diversa da quello che i codognesi i quali fino a pochi anni fa e a prima del Covid avevano a disposizione un reparto a tutti gli effetti funzionante si aspettavano.
L’asse Lodi-Codogno
“Prima a Codogno c’era il reparto di Ortopedia – riflette Dario Impicciché, segretario territoriale Nursind Lodi (sindacato di categoria delle professioni infermieristiche) e coordinatore della Rsu della Asst Lodi – chiuso, per mancanza di ortopedici, prima del Covid. Successivamente, chi si rivolgeva a Codogno per problemi ortopedici veniva quindi indirizzato a Lodi. Ora c’è stato uno sforzo della dirigenza a fin di bene, ma riapre solo la sala gessi, che funziona con orari di ambulatorio. Non ci sarà l’Ortopedia vera e propria”.
La carenza di personale
“Un ortopedico – chiarisce – viene da Lodi a gestire l’orario di apertura. Il tutto con il supporto di dipendenti della sala operatoria. Si fanno anche attività di consulenza. Se un paziente, che non ha altre problematiche, va lì per un polso rotto e devono applicare un gesso, glielo mettono. Ma se ha altri problemi, viene indirizzato subito a Lodi”. Il vero ostacolo è una carenza generalizzata di medici e infermieri: “C’è difficoltà oggettiva. Recentemente hanno fatto un concorso per 10 infermieri e ce ne sono solo 8 in graduatoria e non so nemmeno se tutti hanno accettato. Questa è una situazione generalizzata e la Lombardia ne soffre parecchio. Codogno è un ospedale carente di tante figure. Asst prova a colmare le lacune, ma è difficile”.