
Piante in stress idrico, foglie scottate e ingiallite, meno olive e più piccole. E ora il maltempo a macchia di leopardo: con grandine e vento intenso.
Gli oliveti bresciani soffrono, un po’ come tutte le colture del territorio. Coldiretti stima perdite nella quantità di olive che arrivano fino al 40% rispetto a un’annata normale. "Un altro anno da dimenticare – afferma Silvano Zanelli, olivicoltore di Puegnago del Garda e presidente Aipol, l’associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi –. Il caldo e la siccità stanno mettendo in ginocchio la nostra olivicoltura, con perdite di prodotto che nelle nostre zone raggiungono al momento punte del 40%. Una situazione grave per un settore di grande valore per l’agricoltura lombarda sia per la qualità del prodotto, sia dal punto di vista ambientale e turistico".
Il mix esplosivo di caldo e siccità ha ostacolato la comparsa dei frutticini sulle piante che manifestano i sintomi dello stress idrico con le foglie ingiallite, scottate e caratterizzate da una colorazione tenue. Anche le olive che sono riuscite a svilupparsi sui rami degli alberi faticano a crescere e ingrossarsi correttamente con il conseguente rischio di avere una resa finale di olio inferiore.
Apprensione per un annata già compromessa anche sul lago d’Iseo, dove Nadia Turelli, olivicoltrice di Sale Marasino e vicepresidente di Coldiretti Brescia, guarda avanti con preoccupazione: "Mancano ancora più di due mesi alla raccolta delle olive e gli eventi che possono accadere sono ancora molti, è difficile fare una reale previsione ma le premesse non sono incoraggianti e mettono a serio rischio le Dop bresciane, oggi abbiamo bisogno di pioggia purché non si verifichino forti temporali con grandinate".
"I danni alla stagione olivicola – conclude Coldiretti Brescia – si sommano a quelli provocati dalla siccità ad altre colture lombarde".
M.P.