Parte dal Lodigiano la rivoluzione che consentirà di sostituire l’olio di semi di girasole, prodotto per il 60% da Russia e Ucraina, con olio prodotto da semi di soia alto oleica. Dal girasole si ricavano oli vegetali essenziali per la produzione di molti preparati alimentari: dai biscotti alle creme spalmabili, dai sughi alla pasta ripiena. Sipcam Oxon, che ha la sede centrale a Pero (Mi) ma gli stabilimenti nel Lodigiano e nel Pavese, primo gruppo tra quelli di proprietà totalmente italiana e tra i primi 20 nel ranking del settore dell’agrofarmaco, con oltre 600 milioni di euro di fatturato, grazie alla collaborazione siglata col "Missouri Soybean Merchandising Council" americano, svilupperà in Europa la produzione e vendita della soia alto oleica non ogm (marchio Soyleic™).
"Noi riceviamo dagli Usa campioni di seme di soia con caratteristiche alto oleica, verifichiamo quali siano i più adatti ai suoli italiani, poi moltiplichiamo i semi nei nostri campi quindi li vendiamo agli agricoltori".
L’intesa è importante per tutta la filiera dei preparati alimentari perché altri prodotti vegetali o sono aumentati di costo per via della guerra, o vengono meno utilizzati perché percepiti come scarsamente sostenibili (ad es. olio di palma). La soia in genere non viene usata per l’olio in gran quantità perché la resa non è elevata. Ma la varietà non-ogm ad alto contenuto di acido oleico apre nuove strade, rispondendo alla richiesta di alimenti salutari e sostenibili. "Le prime semine di soia potranno avvenire nell’aprile del 2023 – aggiunge Daniele Fantini –. Abbiamo già un accordo per qualche migliaio di ettari con un importante produttore che opera in questa filiera. La soia si raccoglie a settembreottobre per cui entro la fine del 2023 in Italia potrà già esserci l’olio vegetale da soia alto oleica". L.D.B.