
La centrale di Brescia
Lodi, 10 agosto 2015 - Sono 43mila le chiamate che il Nue, Numero Unico di Emergenza 112 della centrale di Brescia ha ricevuto dal Lodigiano in sei mesi, con una media che oggi si attesta attorno a 260 al giorno, oltre 8.200 al mese. Si registra un’impennata a partire dal 24 febbraio, ovvero da quando l’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu), che con Regione Lombardia ha avviato il progetto Emergenza 112, ha iniziato a convogliare tutte le chiamate fatte a carabinieri, polizia, vigili del fuoco e 118 effettuate da prefissi 0371 e 0377 (o comunque dal cellulare ma provenienti dal Lodigiano) al Nue 112 di Brescia, la cui centrale operativa si occupa poi di smistare agli enti di competenza.
Le chiamate risultano molto più che raddoppiate: se nel mese di febbraio, comunque coinvolto già nel nuovo sistema anche se solo per 5 giorni, erano infatti state 3.198 (114 al giorno), a marzo erano già 7.306, ad aprile 7.608, fino al ‘record’ di 8.364 di maggio, per poi attestarsi sulle 8.329 a giugno e 8.237 a luglio (266 al giorno), per un totale di 43.042. Ma il valore aggiunto dell’entrata in vigore del numero unico, spiega Bettina Bassotto Orologet, dirigente del Nue 112, sta proprio nell’azione di filtro svolta dalla centrale che ha portato a una maggiore appropriatezza degli interventi: "Prima dell’avvio del Nue soprattutto alle forze dell’ordine arrivavano chiamate inappropriate: oggi quasi il 50% delle chiamate non viene inoltrato perché non legato a una vera emergenza, con una grande risparmio di tempo e ottimizzazione delle risorse. C’è chi chiama per informazioni e chi sbaglia a digitare, per esempio 155 della Wind". La gente si sta abituando: ora già oltre il 60% dell’utenza chiama il Nue 112, il 22 ancora il 118, il 10% la polizia, il 5% i vigili del fuoco ma spesso il numero iniziale della chiamata, dopo il filtro, è diverso da quello di destinazione: "Noi, ad esempio sappiamo chi, tra polizia e carabinieri, è competente in quella zona a quell’ora in base al piano di coordinamento predisposto: in questo modo non si perde tempo. In caso di incidenti con feriti, poi, attiviamo prima il 118, quindi le forze dell’ordine". E infatti le chiamate per interventi sono poi mediamente del 43% dei carabinieri (circa 1.900 chiamate al mese), del 40% del 118 (1.700), del 10% della polizia (400) e del 6% dei pompieri (250). È interessante invece scoprire che la prima procedura del Nue, che risponde in media in 4,5 secondi (un paio di squilli), è rintracciare il chiamante ma, mentre col cellulare, tramite celle telefoniche, riesce nel 98% dei casi a individuare l’area di provenienza, paradossalmente col fisso c’è un 10% di chiamate non localizzato: "I dati ci arrivano dal Ced Interforze del Ministero dell’interno il quale però li riceve dai gestori telefonici, la cui banca dati probabilmente non è molto aggiornata – conclude Bassotto –. Quando ci saranno più collegamenti dal cellulare tramite l'app WhereAreU, che consente anche l’Sos muto, in caso di grave emergenza e gps, già scaricata da 70mila utenti, il posizionamento sarà ancora più preciso".