
Il sindaco Mario Raffaele Rocca durante un sopralluogo nel maxi capannone
Meleti (Lodi) – Disco verde al protocollo d’intesa nel contesto dell’insediamento di un polo logistico che verrà realizzato all’interno del maxi capannone da 32mila metri quadrati dismesso da oltre dieci anni in località Santa Giulitta, nel territorio comunale di Meleti. Firmatari sono la Provincia di Lodi e i Comuni cosiddetti d’ambito: oltre a Meleti anche Castelnuovo Bocca d‘Adda, Cornovecchio, Maccastorna, Maleo. Sul piatto sono state messe le misure compensative e le ricadute positive che deve generare il nuovo hub.
È stato infatti deciso che i nuovi assunti verranno reperiti cercando in via prioritaria nei Comuni sottoscrittori del protocollo; stabilito anche di realizzare una nuova rotatoria tra la Provinciale 27 e l’innesto con la Sp 196 (220mila euro il costo, con 160mila che arriveranno dal privato e il resto in parti uguali da Provincia e Meleti); decisa la costruzione del tratto di pista ciclabile dalla zona antistante il polo logistico fino alla strada comunale vicina al manufatto; stabilita una quota di 56mila euro sui proventi della tariffa incentivante in merito all’impianto fotovoltaico presente sul tetto del capannone ormai da anni; e ancora la creazione di aree boscate, rivegetazione di siti dismessi, recupero di reliquati stradali anche non necessariamente collegati al sito oggetto della trasformazione.
L’attività che si insedierà, stoccaggio di prodotti alimentari, per la casa e per la persona, oltre a dare lavoro a 160 addetti divisi su due turni – dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22 – più quindici impiegati, prevederà una movimentazione di circa 150 veicoli pesanti al giorno. Il capannone a oggi è una sorta di scatola vuota e complessivamente, per le opere di finitura dell’edificio, installazioni impiantistiche, realizzazione dei piazzali e della vasca di laminazione si prevede una durata del cantiere di circa sei mesi.
Nei mesi scorsi, nel corso della fase istruttoria, alcuni Comuni e associazioni avevano espresso le proprie perplessità soprattutto di natura viabilistica per il rischio di un aumento del traffico in una zona – soprattutto nella vicina Castelnuovo – già “stressata” dal passaggio continuo di mezzi pesanti verso e da la sponda piacentina.