
Lo staff della scuola
Lodi, 11 febbraio 2022 - A Lodi ci sono sempre più piccoli con Bisogni educativi speciali (Bes). Per dare risposte concrete alle famiglie, quindi, la scuola paritaria Maria Ausiliatrice mette in campo amore, principi salesiani, strumenti e competenze aggiornati. L’impegno è stato profuso sia per l’infanzia sia per la primaria, dove la parola d’ordine resta l’inclusione. La paritaria Maria Ausiliatrice di Lodi sta infatti cercando di favorire ulteriormente l’inclusione di bambini con Bes o disabilità all’interno del gruppo classe e nella relazione tra pari. Ma anche con il corpo docente e non docente. Grazie alla stretta collaborazione con l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (comitato provinciale di Lodi e di istituto) e con il contributo erogato dalla Fondazione di Comunità di Lodi, oltre al sostegno di genitori, privati e imprese, decolla quindi il progetto "La Diversità come Risorsa", ormai in piena attuazione.
E’ l’istituto stesso a spiegare l’evoluzione, nell’ultimo periodo, di un fenomeno che è stato necessario seguire con un nuovo approccio e tanto cuore. "Nonostante il tempo di pandemia, il 2021 è stato l’anno in cui abbiamo dato riscontro a un bisogno crescente a cui era necessario dare risposte concrete, nonché frutto di un aumento significativo di bambini con Bes che venivano iscritti anno dopo anno alla scuola" dichiarano suor Ernestina Roverselli, direttrice e suor Candida Colombo, coordinatrice della Scuola Maria Ausiliatrice.
Dati alla mano, "dall’anno scolastico 2016/2017 all’anno scolastico 2018/2019 si è passati dai 19 ai 38 alunni aventi Bisogni educativi speciali o con disabilità. Su una scuola di 255 alunni è un trend significativo. Frutto anche di maggiore attenzione nel processo diagnostico e maggiore attivazione e presa di consapevolezza delle famiglie". Nel rispetto dei valori pedagogici salesiani, alla Maria Ausiliatrice questi piccoli trovano così "un luogo protetto, dialogante e desideroso di stare al passo con i tempi, agendo con trasversalità. Infatti i bambini godono di un continuum didattico, proprio nel rispetto delle indicazioni del Miur, che chiede di facilitare e rendere sempre più inclusivi i passaggi di ciclo".
Questo però non basta. La scuola paritaria ha infatti investito per dotarsi di materiali e attrezzature specifiche, che facilitano anche l’apprendimento per quei bambini che, sebbene senza diagnosi o problemi di apprendimento particolare, faticano nelle materie scolastiche. Si lavora quindi agevolando in loro il processo di acquisizione delle informazioni in ambito scientifico/linguistico. Si responsabilizzano, in merito al valore dell’accoglienza e dell’inclusione, gli iscritti stessi. I piccoli infatti, in alcuni momenti della giornata, partecipano alle stesse attività, imparando ad apprezzare le potenzialità di ogni amichetto. Per l’istituto l’apprendimento deve essere un processo inclusivo, che coinvolge tutto lo staff educativo, gli alunni e i genitori. La scelta di potenziare la scuola di strumenti e competenze è andata da sempre in questa direzione. "Ringraziamo profondamente la Fondazione di Comunità di Lodi che ha creduto nella bontà dell’intervento, finanziandolo in parte, e con essa, anche genitori, donatori privati e aziende. Un grazie particolare va però certamente ad A.Ge.S.C. provinciale di Lodi e al Comitato A.Ge.S.C. Maria Ausiliatrice. Viva gratitudine in particolare verso il suo attuale presidente, Francesco Cerrone e al Past President Marco Ferrari, papà di alunni del nostro Istituto, che hanno voluto accogliere il nostro appello, sapendolo tradurre in un progetto che sta scrivendo un nuovo pezzo di storia della nostra scuola".
Positivo anche il commento di Cerrone: "Il progetto si è posto certamente come una sfida per l'inclusione, trovando attuazione, oltretutto, in pieno tempo Covid. Ha chiamato tutti i protagonisti della vita scolastica ad attivarsi in maniera coordinata in vista di una reale integrazione, affinché venissero migliorate le azioni di personalizzazione degli interventi. La diversità viene vista come risorsa". Tra gli strumenti acquistati o introdotti si annoverano: la narrazione di storie accessibili; letture ad alta voce con letture in simboli (utilizzati nella Comunicazione Aumentativa e Alternativa); ricorso a materiali e software specifici per la didattica compensativa; corsi di formazione e di aggiornamento del personale docente; inserimento, nel corpo docente, di una insegnante di sostegno e molto altro.
Per l’insegnante Eleonora Orsi: "La condivisione dei testi con i compagni, utilizzati per diverse attività che hanno coinvolto l’intera classe, ha dimostrato in questi due anni che permette all’alunno con disabilità, a cui i libri erano prettamente destinati, di sentirsi pienamente coinvolto nel lavoro. È stata veicolata l’idea che un testo altro dal sussidiario tradizionale, potesse fungere da ricca fonte di informazioni per la realizzazione di prodotti completi ed elaborati". E ancora: "La possibilità di sentirsi d’aiuto per i compagni e di poter mettere a disposizione della classe i propri libri, non solo ha inciso in modo positivo sul piano dell’autostima e della gratificazione personale, ma ha anche permesso di far capire a tutti che non ci sono barriere educative se c’è sempre il desiderio di oltrepassarle insieme".