
Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana
di Paola Arensi
Contrae il Covid che gli provoca una miocardite e si assenta dal lavoro sette mesi: licenziato. Il sindacato insorge: "Vinceremo la vertenza". Ivan Cattaneo (Filcams) racconta la vicenda del 60enne F.R.F. di Somaglia. La comunicazione del gruppo Maxi Dì è arrivata il 18 settembre: "Il 5 settembre ha superato il periodo massimo di assenza per infortunio, non ha fatto richiesta di aspettativa non retribuita e quindi è licenziato". Questo dopo 33 anni di servizio al Famila di via Conciliazione a Casale, prima A&O., dove ieri non è stato possibile rintracciare il direttore. L’uomo, sempre in servizio anche dopo l’istituzione della zona rossa e non lontano dalla pensione (17 mesi, ndr), si è ammalato il primo marzo. "A seguito del Covid, contratto senz’altro al Famila, perché di vita sociale l’interessato non ne aveva, il 60enne è stato ricoverato 10 giorni, dal 7 marzo, per polmonite bilaterale interstiziale, a Crema. Il 18 è stato dimesso ed è rimasto isolato finché negativo - racconta il sindacalista -. Sono seguiti controlli fino al 15 luglio. Si è poi sviluppata una miocardite con due settimane di ricovero. E l’Inail ha prolungato l’infortunio fino a metà ottobre. Però questo periodo non può essere assimilato al periodo di comporto di 6 mesi della malattia. L’azienda in passato gli aveva già chiesto di aderire a mobilità volontaria con incentivo all’esodo perché ha un contratto importante".
"È una assurdità – afferma Nicola Frantoianni di Sinistra italiana –. Pensano di poter trattare i lavoratori come oggetti di consumo. Presenteremo un’interrogazione parlamentare".