PAOLA ARENSI
Cronaca

L’esercitazione sul fiume. Il Po esce, volontari alla prova

Una quarantina di “tute gialle“ si sono radunate vicino al ponte della Tav. Il coordinatore: siamo un comune rivierasco, dobbiamo farci trovare pronti.

L’esercitazione sul fiume. Il Po esce, volontari alla prova

L’esercitazione sul fiume. Il Po esce, volontari alla prova

"Fontanazzo sul fiume Po, dobbiamo arginarlo, correte!", ma è solo un’esercitazione. I volontari del gruppo comunale di protezione civile di San Rocco al Porto, coordinati da Manuel Balducci, vogliono farsi trovare pronti in caso di reale emergenza sul Po. "Dopo un primo slittamento di tempo fa, quindi, questa volta siamo riusciti a proporre una esercitazione completa - spiega il coordinatore –. Volevamo testare la logistica e l’operatività dei volontari, con aiuto di altri volontari provenienti da comuni esterni, come dovrebbe avvenire in emergenza. E il test per far conoscere le varie problematiche possibili è servito molto. Siamo un comune rivierasco, dobbiamo farci trovare pronti". L’emergenza è scattata simulando una ricognizione sull’argine, durante la quale la protezione civile si è accorta del fontanazzo. È stato quindi simulato il contenimento dello stesso, con le possibili conseguenze.

"Il centro operativo comunale è stato organizzato in municipio - dettaglia -. E noi eravamo operativi dal primo pomeriggio, poi c’è stata una chiamata di emergenza, intorno alle 17, agli altri Comuni, con la registrazione dei volontari e quanto consegue. Gli esterni hanno aiutato a preparare i sacchetti e spostarli per chiudere il fontanazzo. A seguire sono state installate le torri faro per poter continuare a lavorare con il buio. La zona interessata è stata quella del nuovo ponte dell’alta velocità, sull’argine maestro del Po". I gruppi comunali coinvolti sono stati quelli di Bertonico, Corno Giovine, Fombio, Maleo, San Rocco e tutti i volontari presenti, cioè una quarantina, hanno lavorato con solerzia, per risolvere ogni possibile criticità. L’amministrazione comunale del sindaco Matteo Delfini, interessata a permettere l’esercitazione vista la sua importanza, l’ha sostenuta, procurando la sabbia e il necessario per lavorare. "Siamo intervenuti in una zona problematica, che non ha un arginella di confine ed è un argine soggetto a bagnarsi da subito - chiarisce Balducci, motivando la scelta del punto preciso in cui è stata svolta la prova -. Se l’acqua esce di pochi metri dal suo letto, arriva ai piedi dell’argine, dove non potresti salire con certi pesi. Si è quindi anche ragionato su come spostarsi in caso di emergenza". Davanti al paese c’è invece una arginella della Muzza che ripara fino ai 7 o metri di piena.