Le immagini di tre omicidi “milanesi“

La Polizia di Stato partecipa al Festival della Fotografia Etica a Lodi esponendo vecchie lastre fotografiche degli anni Sessanta legate a casi criminali irrisolti.

Le immagini di tre omicidi “milanesi“

La Polizia di Stato partecipa al Festival della Fotografia Etica a Lodi esponendo vecchie lastre fotografiche degli anni Sessanta legate a casi criminali irrisolti.

Anche quest’anno, come nel 2023, il Festival della Fotografia Etica, vede la partecipazione della Polizia di Stato, con uno stand espositivo allestito nella Questura di piazza Castello. L’adesione sarà ulteriormente impreziosita dal ritrovamento di una vecchia scatola di cartone con la scritta “sopralluogo 39” negli archivi della Questura di Lodi, fino al 1995 “Commissariato di Pubblica Sicurezza” distaccato della Questura di Milano. Nella scatola, sono state scoperte delle lastre fotografiche realizzate dalla Polizia Scientifica negli anni Sessanta, apparentemente collegate a fatti criminosi, ma senza ulteriori informazioni. Le lastre sono state così visionate per cercare di capire, anche con l’aiuto delle informazioni presenti nella rete internet, a quali episodi fossero legate (erano mescolate tra loro e non riportavano dettagli utili a risalire agli eventi). Dopo varie operazioni (tra cui inversione di colori, ingrandimenti) si è così scoperto che riguardavano tre distinti sopralluoghi effettuati dalla Polizia Scientifica: la “Sparatoria al bar Mina” avvenuta in piazza Tel Aviv a Milano con tre persone rimaste ferite (le immagini mostrano una Milano molto diversa da quella odierna); l’ “Omicidio di Margherita Grossi”, detta “Lucia la francesina”: le immagini ritraggono una giovane donna elegante verosimilmente dedita al meretricio, trovata assassinata in uno scantinato di una dimora signorile; il ritrovamento del cadavere di un uomo in una stanza che sembra essere il retro di un bar (si notano sangue sul pavimento, carte da gioco sparse, scarpe da donna, flaconi di barbiturici e un calendario attaccato sulla parete della stanza indica i mesi di maggio/giugno 1963. Il caso rimase irrisolto, forse si trattò di omicidio/suicidio.