
L’assassinio di Luigi Criscuolo Per la Pasetti sarà rito abbreviato
di Manuela Marziani
Sarà processata con rito abbreviato Barbara Pasetti, la fisioterapista di 41 anni accusata dell’omicidio di Luigi Criscuolo, conosciuto in città come Gigi Bici. Nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta ieri il giudice Pasquale Villani ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato difensore della donna Irene Valentina Anrò. La donna, in carcere dal 20 gennaio dello scorso anno, prima per tentata estorsione e da giugno anche per omicidio, occultamento di cadavere e detenzione di arma illegale, era presente in aula. In tailleur con pantaloni blu ha percorso con passo deciso insieme agli agenti di polizia penitenziaria il tratto dal parcheggio all’ingresso del tribunale dove ha incontrato Katia Criscuolo, la figlia che era più legata a Gigi. "La signora è provata - ha detto il suo difensore Irene Valentina Anrò -, era la prima volta che si trovava in un’aula di tribunale davanti a un giudice, ma ha voluto essere presente e lo sarà anche alla prossima udienza nella quale potrebbe rilasciare delle dichiarazioni spontanee". A Barbara Pasetti la procura di Pavia non ha contestato l’aggravante dei futili moltivi e della premeditazione. Durante la confessione resa il 5 ottobre, infatti, la 41enne ha raccontato d’essersi rivolta a Criscuolo perché si trovava in un momento difficile. "Volevo spaventare il mio ex marito" ha ammesso. Ma per questo "lavoro", secondo il racconto della fisioterapista Gigi voleva 1.500 euro al mese. "Mi ci diceva che se non pagavo erano guai - ha detto Pasetti -, che sapeva dove abitavano e dove si trovava mio figlio. Quella mattina nel mio cortile abbiamo cercato tutti gli oggetti di valore, presa dal panico e temendo per mio figlio, ho preso la pistola. Non volevo uccidere Gigi, volevo spaventarlo poi è partito un colpo".
Una versione che non convince Katia Criscuolo: "Mio padre non avrebbe mai fatto male a un bambino. Barbara, fingendo di essere preoccupata per il figlio, ha tolto un padre e un nonno a dei figli e dei nipoti". I figli di Gigi Bici che si sono costituiti parte civile rifiutano l’immagine negativa che viene data del padre (senza scrupoli e pregiudicato) e credono che il delitto sia stato premeditato. "Se non c’è stata premeditazione che ha dei precisi requisiti - ha sottolineato Yuri Lissandrin che difende i tre figli nati dal matrimonio - c’è stato dolo intenzionale, crediamo sia un azzardo parlare di delitto d’impeto e cercheremo di dimostrarlo nell’udienza del 14 luglio".