
L’agitazione nel colosso Icr, nessuno spiraglio I dipendenti scioperano per la terza volta
di Mario Borra
Altro sciopero all’orizzonte per i lavoratori dell’azienda cosmetica Icr (Industrie Cosmetiche Riunite) di Lodi. Il braccio di ferro tra i vertici dello stabilimento e i sindacati, dunque, non accenna ad allentarsi e, dopo aver incrociato le braccia il 31 marzo e il 14 aprile scorsi, Rsu e Ugl Chimici e Uiltec Uil sono pronti di nuovo alla mobilitazione mettendo nero su bianco un “pacchetto“ di otto ore di sciopero per la giornata del 5 maggio. Ieri, in un comunicato sindacale, i rappresentanti dei lavoratori hanno ribadito che si è ricorsi di nuovo all’astensione dal lavoro in quanto "continua il silenzio assordante dell’azienda dichiaratasi disponibile al confronto solo sui media". Dunque le barricate continuano ad essere alte tre la parti ed, a "fronte dell’ottima riuscita degli scioperi di otto ore organizzati alla fine di marzo e di quattro ore a metà aprile, gli operai sono disposti e determinati a continuare la protesta, tenuto conto della reiterata e prolungata chiusura da parte di Icr a riaprire il tavolo della trattativa". Sul tavolo del confronto infatti, ormai da tempo, vi è la richiesta da parte dei sindacati di un "aumento delle attuali maggiorazioni per il turno notturno e straordinari al sabato oltre ad adeguate condizioni lavorative e di conciliazione dei tempi di lavoro con la vita famigliare". Le maestranze incroceranno le braccia (sia coloro che lavorano tutti e tre i turni e per chi fa invece la giornata) e si troveranno per un contestuale presidio davanti ai cancelli.
"Forse vogliono misurare la nostra tenuta prima di aprire, anche se però fino ad ora non si è visto alcun spiraglio – ha spiegato ieri Fabrizio Rigoldi di Ugl Chimici Milano e Lombardia –. I lavoratori per ora tengono bene e siamo disposti a portare avanti le nostre richieste. Sono andate molto bene le prime due mobilitazioni in termini di presenze e credo che andrà bene anche la prossima. Certo è che questo tira e molla non giova a nessuno, nemmeno per il clima aziendale interno. Avere il personale scontento non va a beneficio nemmeno dell’azienda. Noi abbiamo tenuto un atteggiamento non pretestuoso perchè abbiamo atteso una convocazione dopo l’ultimo sciopero che non c’è mai stata e quindi inevitabilmente dobbiamo proseguire con la protesta".