di Beatrice Raspa Aumentano la domanda di giustizia e la produttività, ma persiste qualche difficoltà organizzativa. Questa la tendenza che ha caratterizzato il 2022 al Tar di Brescia dove il presidente, Angelo Gabbricci, ha inaugurato il nuovo anno giudiziario. Dopo il rallentamento legato alla pandemia, la macchina della giustizia amministrativa ha ripreso a funzionare a regime. Nel 2022 le sentenze depositate sono state 1.195 (+17%) e 696 le ordinanze cautelari (+98%), variazioni "significative", tanto più considata la complessità delle questioni poste e la qualità delle decisioni emesse, "in media assai elevata e con punte di eccellenza", ha evidenziato Gabbricci. I ricorsi presentati sono stati 1.165 contro i 1.095 dell’anno prima (+6,3%) e ne sono stati definiti 1.390 con un saldo positivo di +225, mentre nel 2021 le definizioni erano state 1.313. Le istanze sono diversificate: si va dall’ambiente (57 ricorsi) agli appalti (51), dal commercio (21) all’urbanistica (123) alla sicurezza pubblica, alle informative antimafia e alle armi (80) passando per i mancati contratti lavorativi (31), con un boom dell’agricoltura (in specie del tema quote latte, con 199 cause) e degli stranieri (395). Il Tar procede con la riduzione degli arretrati (dagli oltre 3mila fascicoli del 2017 ai 1.443 del 2022) e dei tempi di giudizio, per cui è ragionevole presumere che si rimarrà entro i tre anni dai depositi. Non è mancata una strigliata al "numero crescente di patrocinanti occasionali e improvvisati, talora digiuni delle nozioni processuali", che "danneggiano" non solo il sistema ma anche i clienti. Di qui l’esortazione: "Non improvvisatevi in un settore che non ammette approssimazione".