
La richiesta di mazzette per tacere. Veleni interrati, un terzo indagato
Castiglione d’Adda (Lodi) – Il profumo dei soldi per coprire il tanfo di morti e malattie sospette e di una potenziale terra dei fuochi nel cuore del Lodigiano. Pur di tombare tutto, come i rifiuti tossici che probabilmente hanno seppellito e sversato per vent’anni nelle condotte idriche, avvelenando suolo e acqua di Castiglione d’Adda, i vertici della multinazionale del make up avrebbero pagato chi li minacciava di rivelare tutto. A ricattare i vertici della Intercos, spa di prodotti di bellezza per i principali operatori dell’industria cosmetica internazionale, sarebbero stati sia Nicola Mozzillo, imprenditore di 41 anni di Maddaloni (Caserta), a cui sarebbe stata riconducibile la Elecos, dove venivano prodotte polveri cosmetiche potenzialmente cancerogene per conto della Intercos, sia Giuseppe Vitolazzo, foggiano di 54 anni, impresario di aziende che si sarebbero dovute occupare del corretto smaltimento delle sostanze pericolose, che invece sarebbero state appunto sepolte e buttate in condotte tra l’altro abusive.
"Tra il 2019 e il 2022 hanno in più occasioni minacciato i vertici di Intercos di denunciare i reati ambientali commessi – si legge negli atti dell’inchiesta svolta dai militari della Guardia di finanza di Casalpusterlengo, coordinati dal sostituto procuratore della Procura di Lodi, Martina Parisi –, costringendoli a garantire loro ingenti somme di denaro, anche mediante fittizi incarichi di consulenza".
E Dario Gianandrea Ferrari, 81 anni di Milano, presidente del Cda della Intercos, che era al corrente di tutto, avrebbe sborsato senza fiatare. Anzi, avrebbe continuato a pagare, oltre che a sotterrare, se investigatori e inquirenti non avessero scoperto tutto. Per questo, come gli altri, pure lui è indagato per inquinamento ambientale, disastro ambientale, lesioni e omicidio colposo. Un operaio è infatti morto, verosimilmente proprio a causa delle sostanze nocive che avrebbe maneggiato senza le dovute protezioni e precauzione: anche in questo caso, per convincere i suoi familiari a tacere e non denunciare, sarebbero stati staccati lauti assegni. Nell’indagine risultano coinvolti altri due indagati: sono Vincenzo Misitano, calabrese di 70 anni, e Gianluigi Pezzoli, bergamasco di Ardesio di 67 anni, azionista di peso della Intercos.