DANIELE DE SALVO
Cronaca

Sversamenti tossici a Castiglione d’Adda: “Falde contaminate per 20 anni dalle polveri dei cosmetici di lusso”

Negli atti della Procura di Lodi si ipotizzano smaltimenti irregolari da parte della Elecos Technology. Le sostanze inquinanti avrebbero portato alla morte di una persona

Gli accertamenti sono scattati da una precedente inchiesta per reati fiscali

Una storia che odora di soldi sporchi e puzza di fogna. Rifiuti tossici sversati nelle falde acquifere. Scarti di produzioni chimiche tombati sotto uno stabilimento. Frodi. Ricatti. È la terra dei miasmi, mica dei profumi di marca e dei prodotti di bellezza griffati. A Castiglione d’Adda sarebbero stati sversati o interrati rifiuti pericolosi. Diclorometano soprattutto, un composto chimico utilizzato per produrre polveri cosmetiche che gli addetti ai lavori definiscono "super", ma che di super, se non smaltite correttamente, non hanno proprio nulla, tranne la loro cancerogenicità, specie per polmoni, fegato e pancreas.

Almeno una persona sarebbe infatti morta proprio a causa degli sversamenti tossici. Lo sospettano gli investigatori della guardia di finanza di Casalpusterlengo e i magistrati della Procura di Lodi, che indagano sul caso. Le polveri super potrebbero essere state sepolte, contaminando anche le falde acquifere, sotto lo stabilimento della Elecos Technology, a Castiglione d’Adda appunto, dove era stata trasferita da Chieve, provincia di Crema, pure una parte del reparto di produzione della Intercos, che realizza prodotti per 24 dei 30 principali operatori dell’industria cosmetica internazionale. Si tratta di grandi marchi del settore.

Il diclorometano sarebbe stato seppellito o disciolto nella rete idrica per quasi vent’anni, dal 1997 fino ai mesi scorsi. Gli indagati al momento sono due: Nicola Mozzillo, imprenditore di 41 anni originario di Maddaloni, Caserta, a cui sarebbe stata riconducibile la Elecos; Giuseppe Vitolazzo, foggiano 54enne, a capo di alcune aziende del settore. Le ipotesi di reato nei loro confronti sono inquinamento ambientale, disastro ambientale, lesioni e omicidio colposo, minacce ed estorsione.

Il sostituto procuratore della Procura di Lodi, Martina Parisi, ha inoltre ordinato la perquisizione personale e domiciliare di altre persone, tra cui l’ex responsabile della sicurezza della multinazionale del make up, a cui sono stati sequestrati cellulari, personal computer, dispositivi e supporti informatici, di cui è stata realizzata copia della memoria.

Le indagini sono scattate da una precedente inchiesta per alcuni reati fiscali e per una brutta storia di ricatti. "Dalla complessa attività investigativa è emerso con certezza che all’interno della sede operativa della Elecos Technology a Castiglione d’Adda sono state eseguite lavorazioni con materie pericolose – si legge nel decreto di perquisizione –. Tali lavorazioni sono state eseguite per conto della multinazionale Intercos. Da tali lavorazioni sono derivati rifiuti di natura pericolosa, che non risultano regolarmente avviati allo smaltimento".

Al posto di essere portati in discarica, si teme che i rifiuti tossici siano stati sversati e tombati sotto lo stabilimento, durante alcuni interventi di ampliamento. "Tali sversamenti e interramenti possono aver causato un inquinamento ambientale del suolo e delle acque sotterranee", è la preoccupazione espressa dagli inquirenti.