
"Stiamo lavorando già da luglio per l’edizione 2024 del Festival della fotografia etica, lo vogliamo ingrandire ancora e portarlo in altre città". A dirlo è Alberto Prina, 55 anni, direttore del Festival, pensando al lavoro per la prossima edizione che sancirà un traguardo importante: il quindicesimo anno della manifestazione. Ma rimanendo a quello concluso l’ottobre scorso, si registrano dati molto positivi e una ripresa post covid oramai totale. "Siamo molto soddisfatti, ci sono stati circa 19mila paganti; in totale gli ingressi alle mostre sono stati 90mila (ovvero tutti gli ingressi di tutte le mostre sommati tra di loro) e, considerando che in media ogni pagante visita 45 mostre, è un ottimo risultato perché vuol dire che la media sta crescendo: la singola persona che fa il biglietto è poi disposta a visitare quasi tutte le mostre. Anche le scuole hanno risposto bene, con circa 3.500 studenti arrivati, non solo da Lodi: sono infatti aumentate le scuole di territori come Milano e Monza. Anche i nuovi esperimenti ci hanno convinti, come le affissioni di foto nei muri della città, l’accompagnamento musicale con l’Orfeo Week, gli incontri con Fondazione Comunitaria". "Cominciamo a pensare al Festival come qualcosa di più costante durante l’anno, più integrato nella città – aggiunge –. Quest’anno si è sentita una maggiore partecipazione delle realtà territoriali, anche con la produzione di elementi del festival che accolgono meglio il pubblico, come oggetti a tema o simili. In generale poi pensiamo a un legame più omogeneo con il ricco programma di eventi che avvengono ad ottobre, per esempio un dialogo ancora maggiore con “Le forme del gusto“, che già quest’anno ci ha fatto bene averlo vicino".
"Per il futuro stiamo pensando di portare in giro per il territorio la mostra Elegia Lodigiana, ovvero la mostra che, alla Cavallerizza, raccontava del territorio lodigiano. Vogliamo renderla un modo per raccontare tutto quello che il festival è. Si progetta così di trasformare il festival nella casa della fotografia, con numerosi incontri e non solo un momento, ma un luogo di cultura che vive, che si sposta in altre province lombarde e nelle città gemellate con Lodi. La mostra non può vivere solo a Lodi, sarà impegnativo ma abbiamo anche vinto un bando del Pnrr, ancora non sappiamo bene come usare questi fondi ma l’idea è di esplorare verso il multimediale".