
L’INTERVENTO Pompieri in azione alla Don Milani dove nella notte tra il 19 e il 20 ottobre il fuoco ha devastato pian terreno e primo piano
Lodi, 27 ottobre 2015 - Nove giorni dopo il rogo alla Don Milani, resta il mistero sulle cause delle fiamme. Ma oltre l’innesco, ancora misterioso, c’è da capire anche quale fosse la situazione amministrativa e organizzativa dell’istituto nel campo della sicurezza, e in particolare di quella anti incendio. Dopo una prima relazione nell’imminenza del disastro, i vigili del fuoco ne stanno preparando un’altra. «Sia noi sia l’Asl siamo in attesa di ricevere le documentazioni di competenza per poi preparare un rapporto da dare al prefetto – spiega il comandante provinciale Massimo Stucchi –: da parte del Comune, proprietario dell’immobile, deve arrivare tutta la parte amministrativa, le certificazioni legate all’impianto elettrico, a quello del gas fino al Cpi, certificato prevenzione incendi. Da parte di chi lo usa, invece, quella organizzativa». Quello che è certo è che il Cpi non arriverà, perché non c’è.
La scuola non è (ancora) dotata del documento che cristallizza gli interventi fatti per adeguare il complesso alla normativa di riferimento. Un documento che prevede un progetto tecnico da sottoporre al comando provinciale dei vigili del fuoco; il reperimento dei fondi per realizzare le opere necessarie; infine il sopralluogo dei pompieri e la concessione del Cpi. Che in questo caso non c’è. E sembrerebbe, ma lo studio delle carte è davvero troppo embrionale, che le certificazioni manchino da decenni, forse fin dalla nascita della scuola negli anni Settanta. «La pratica per ottenere il Certificato di prevenzione incendi delle Don Milani è in corso – specificano dal Broletto –. Il fatto che il Cpi sia eventualmente scaduto non comporta l’inagibilità dell’edificio, purché sia attivata la procedura di rinnovo o rilascio e vengano rispettate le prescrizioni sulla sicurezza. Da questo punto di vista, il Comune ha avviato attorno al 2008 un apposito piano, per l’adeguamento anticendio di tutti i suoi edifici e ha in essere una proficua collaborazione con il Comando provinciale dei vigili del fuoco che prevede lo svolgimento di attività formative per il personale tecnico comunale nella predisposizione delle pratiche per l’ottenimento del Cpi. Sotto il profilo del collaudo statico e dell’agibilità sono tutti in regola».
Se sulla carta manca qualcosa, nei fatti tutto ha funzionato a dovere. Lo conferma il Comune – «l’edificio è già dotato di tutte le principali misure di prevenzione e sicurezza, in particolare allarme antincendio, anello per l’alimentazione degli idranti, porte tagliafuoco, piano di evacuazione» –, lo ribadisce il comandante Stucchi – «l’impianto ha funzionato e l’abbiamo usato». Quanto alle cause dell’incendio in viale Europa, il buio è ancora pesto: «Non abbiamo trovato segni di effrazione. Né è stato possibile individuare apparecchi in tensione da cui sia scattato il corto circuito, perché il fuoco ha distrutto tutto».
valentina.bertuccio@ilgiorno.net