Il sindacalista Bignamini in carcere. L’arresto mentre preparava un’altra lotta

È malato e potrebbe puntare a pene alternative. No comment dalle istituzioni

Il sindacalista Bignamini in carcere. L’arresto mentre preparava un’altra lotta

Il sindacalista Bignamini in carcere. L’arresto mentre preparava un’altra lotta

L’obiettivo dei legali di Gianfranco Bignamini, il 73enne sindacalista, arrestato nella giornata di venerdì su indicazione della Procura di Lodi dopo che un cumulo di pene per reati sostanzialmente legati alla diffamazione ha portato all’esecuzione di una condanna definitiva di quattro anni, è quello sicuramente farlo uscire dal carcere delle Novate di Piacenza, magari puntando ad una pena alternativa. Per Bignamini, infatti, la cella potrebbe essere incompatibile con le sue condizioni di salute visto che da diversi anni ormai cammina a fatica sorretto da un bastone. Comunque i prossimi giorni saranno decisivi e si saprà di più sulle decisioni che verranno prese dal tribunale di sorveglianza.

Resta il fatto che la voce sull’arresto di Bignamini, venerdì, si è diffusa in poche ore in città e di fatto le reazioni sono state contrastanti: c’è chi è rimasto sorpreso e chi un po’ meno e c’è chi lo difende per le sue battaglie decennali ormai da sindacalista mai legato al sistema e chi invece dice che la sua giustizia deve fare il suo corso. Ieri, sollecitati ad esprimere un commento, alcuni amministratori comunali, che hanno spesso avuto Bignamini come controparte sindacale, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito. Venerdì, per il sindacalista (che sembra sia stato espulso da qualche tempo dal sindacato Fisi) , però, la giornata era iniziata come al solito: alle 8 era già in sede in via Pascoli a Codogno come sempre e alle 8.30 aveva già preparato e divulgato un volantino che annunciava per ieri un presidio davanti al municipio di Codogno, proclamando nel contempo lo stato di agitazione del personale e avviando le procedure di conciliazione.

In tarda mattinata però la svolta: i carabinieri in forze, con due pattuglie, lo hanno raggiunto, appunto, presso lo sportello codognese e lo hanno prelevato, notificandogli l’arresto. Bignamini prima di essere condotto in carcere nel pomeriggio è stato trasferito al Pronto soccorso per un controllo dopo aver detto ai militari di sentirsi poco bene. M.B.